Dove passi la maggior parte della tua vita, dei tuoi giorni, degli istanti che rapiscono il tuo sguardo. Credo stia davvero nell'ordinario, un grande segreto di felicità.
Che cos'è che stiamo inseguendo? A che prezzo lo stiamo facendo?
Siamo viaggiatori sbadati che pensano soltanto ad arrivare, non sappiamo a volte nemmeno dove, scordandoci di guardare dal finestrino il meraviglioso paesaggio che ci offre il mondo. Siamo in una società che ci obbliga a non restare indietro, che ci propone sempre qualcosa di imperdibile che assolutamente dobbiamo avere, comprare. Non possiamo assolutamente farne a meno. Ma se ci abbiamo vissuto senza fino a ieri, è davvero così fondamentale per la nostra felicità?
Il fatto è che guardiamo sempre oltre, puntiamo sempre più in alto, ci concentriamo solo sulle cose che non abbiamo. Vogliamo guadagnare più soldi (ma a che prezzo? Che costo avrà sul nostro tempo libero?), vogliamo essere conosciuti da tutti, diventare famosi (ma davvero lo vogliamo?), vogliamo viaggiare per tutto il mondo per trovare fuori qualcosa che non abbiamo dentro, e allora il viaggio perde di ogni valore.
Ma dove vogliamo andare, chi vogliamo diventare, dove vogliamo arrivare per davvero? Ci siamo mai chiesti le infinite variabili che ci sono nel desiderare di raggiungere un sogno troppo alto, fin troppo diverso da quello che siamo sempre stati? Siamo sicuri che la felicità non sia un po' più vicina di così?
Abbiamo bisogno di fare un passo indietro nella nostra idea di felicità. Non tutto quello che ci propongono dobbiamo averlo, quello che le persone ti fanno vedere sui social è un mondo inventato, che non esiste e non è mai esistito, la felicità non sta di certo lì. Se hai dei mostri dentro di te non ti lasceranno nemmeno se diventerai la persona più ricca del mondo, anzi, ti aiuteranno soltanto ad andare a fondo.
Ridimensioniamo i nostri desideri, i nostri sogni. Fermiamoci. Chiediamoci di tanto in tanto che cosa davvero ci fa stare bene. Una passeggiata? Bene, falla. Vedere i tuoi amici, o i tuoi genitori? Bene, vedili più spesso. Andare in montagna, o in bicicletta? Leggere un libro, scrivere su un foglio i tuoi pensieri? Passare una giornata al mare?
Ci scordiamo sempre di più di chiederci come stiamo realmente. Deleghiamo all'esterno tutto ciò che ci rende infelici, parliamo di sfortuna invece di cercare di capire che attori siamo nella nostra parte di vita che non ci vede mai davvero sereni fino in fondo.
Prendiamo i nostri desideri e facciamoli a pezzettini. Teniamo soltanto quel che vale davvero. Non inseguiamo sogni troppo grandi, perché ci schiacceranno.
Lottiamo soltanto per quel che vale davvero, per ciò che sentiamo vero e forte dentro di noi, non accettiamo sogni dagli sconosciuti.
Creiamoci i nostri e teniamoceli stretti.
Quelli che non ci appartengono, invece, buttiamoli via, non fanno parte di noi.
Guardando vicino, forse, c'è un po' più di felicità rispetto a quel che abbiamo sempre creduto. Non dobbiamo essere straordinari per essere felici. Ma imparare a vivere nell'ordinario. Sta proprio lì, in mezzo al mondo che ci siamo costruiti in tutti questi anni, un po' di quella serenità che rincorriamo da sempre.
Ci ho pensato oggi, dopo aver visto un video in cui c'ero io da bambino. E non c'era niente di così straordinario nella mia vita, non c'è mai stato. Eppure, non ricordo un solo istante di infelicità, insoddisfazione. Vivevo nel presente quello che c'era, ciò che mi regalava la vita. Possiamo essere in grado tutti di farlo, dobbiamo soltanto convincerci che ciò che abbiamo è già molto di più di quel che crediamo.
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