Mi piacerebbe saper spiegare che che cosa ci rende speciali quando viaggiamo. Ci ho provato in tutti i modi, ma non mi vengono le parole adatte. Eppure, ogni qualvolta ci spostiamo, entriamo nel nostro vestito migliore. Ho capito, forse, cosa accade. Ci sentiamo più liberi, soltanto quando capiamo di essere soltanto di passaggio.
Quest'estate per me è stata un'estate in viaggio. Un po' per tutto. Ho visto il mare della Sardegna e le Alpi, il lago di Garda come quello di Bracciano, il mio passaporto segna il passaggio in Sudafrica, in Botswana, in Zimbabwe, nell'Africa più estrema.
Trascorrono i mesi assolati e mi ritrovo con nuovi modi di vedere il mondo, magari anche il mio di mondo.
Ho conosciuto persone e ho ascoltato le loro storie, e magari ho lasciato da qualche parte anche dei pezzettini di me. Che forse lasceranno un seme, o forse sarò stato solo vento, non lo so. Mi piace pensare, però, che qualcosa nasca, quando non ti nascondi da quello che sei.
Ho amato ogni istante così profondamente da non sapere più dove potessi lasciare spazio per poterne tenere un briciolo di ognuno dentro di me. In fondo al cuore, o nella mente, dove si può.
Ho sentito che meglio di così difficilmente potevo essere, sicuramente che difficilmente meglio di così mi potevo sentire.
Il continuo andare, cambiare luoghi, persone, città, a volte l'assenza completa di contatti esterni, niente cellulare, niente tv, niente distrazioni. Io, la strada, il vento, le stelle, i tramonti, la natura, l'alba, io con me stesso e nient'altro che questo.
Ho compreso che sono io nella mia versione migliore quando sono libero da tutto ciò che mi costringe nella vita reale, e che il sapere di non appartenere a niente, di essere soltanto spettatore passante, rende più facile vivere a pieno ogni tipo di esperienza.
E lo sai, poi, cos'altro ho pensato, immerso nella savana, ad ascoltare i suoni della vita?
Che noi siamo sempre di passaggio, in ogni istante del nostro tempo. Non c'è luogo che rivedremo con gli stessi occhi di ora, non c'è posto che non cambierà nel giro di breve tempo. "non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume" diceva Eraclito.
Ed è così in ogni cosa che viviamo, solo che non ce ne rendiamo conto. Perché se lo facessimo, se ci rendessimo conto che ogni istante è unico e noi stessi non saremo mai come in quell'attimo esatto, se capissimo di essere sempre e soltanto, comunque di passaggio, saremmo molto più liberi di essere noi stessi. Saremmo molto più belli. Perché saremmo noi, così, come abbiamo sempre voluto essere.
Liberi. Pieni. Vivi.
Ho scritto tante cose nell'ultimo viaggio africano. Un po' in linea con questo tema, vi lascio qui sotto una paginetta.
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