Cartoni animati rivisti, libri corretti, addirittura in alcuni luoghi degli Stati Uniti il capolavoro Il Buio Oltre la Siepe che parla di razzismo di inizio novecento è stato censurato. Le serie TV e i film ostentato una normalità e un'integrazione di una società che non esiste. Ma cancellare le zone d'ombra della nostra società o addiruttura negare la storia, è la strada corretta?
Ho qualche dubbio che questa continua censura su tutti i fronti a livello artistico possa avere dei benefici sulla nostra società. Le mie perplessità sono varie, a partire dal continuo inserimento in opere cinematografiche e serie TV dei personaggi magari stranieri o omosessuali perfettamente integrati con la realtà che ci circonda. Ma vi svelo un segreto: nella vita di ogni giorno non è così, per niente.
Ho la netta sensazione che questa parte di politically correct giochi a favore di un razzismo ancora più accentuato, da parte di chi non esce di casa e guarda soltanto la TV e se ne esce con dichiariazioni decisamente contrarie alla civiltà umana, anche per il fatto di poter liberamente dire: "non esiste il razzismo / ormai comandano loro / cosa avranno da lamentarsi" e un'infinità di frasi simili. Beh, è ovvio: togliamo da davanti agli occhi delle persone il fatto che esistano violenze di genere e il problema è scomparso, non esiste, siamo in una società perfetta.
Soltanto che non funziona così. Funziona che i gay vengono discriminati e a volte ancora picchiati, hanno paura a fare coming out e quando lo fanno sono derisi con continue allusioni se non addiruttura cacciati di casa. Perché i coming out non sono soltanto quelli dei VIP con le possibilità economiche di potersi spostare dove si vuole e vivere di privilegi: la realtà è anche di chi non ha un soldo e si trova lo stesso fuori dalla porta di casa sua.
Così come il razzismo: millantare tutti questi uomini e donne di qualsiasi provenienza che sono perfettamente a loro agio nel nostro mondo occidentale è qualcosa di controproducente, che allontana ancora di più dalla visione del problema.
Così come andare a modificare i testi scritti decine di anni fa perché secondo qualcuno hanno dei riferimenti razzisti all'interno. Come nel caso di alcune opere di Dahl, Fleming o Agatha Christie. O qualche scuola e regione degli Stati Uniti in cui non si può leggere Il Buio Oltre la Siepe. Questa è una cancellazione di memoria storica, ridefinire un'epoca che era esattamente così: razzista con i diversi. E se cancelliamo dai libri tutto questo, la nostra società continuerà ad andare avanti convinta che il razzismo non esista, che le esclusioni siano inventate, che non sia mai stato vero niente di ciò che è accaduto. Il passato non va toccato, il passato non deve essere dimenticato. Ci sono passaggi indicibili nella storia della nostra umanità e devono essere riportati per come sono avvenuti, per come sono stati descritti. Perché se si inizia a modificare il passato, non ci sarà di certo un futuro migliore per noi.
A Rai Radio2 nel programma 'Non è un paese per giovani' si era espresso su questo argomento anche Carlo Verdone, con queste parole:
"Tutti siamo d'accordo sul fatto che ci debbano essere altri personaggi di culture diverse in un film, dobbiamo dare ruoli a culture diverse, asiatiche, africane, neri, è giustissimo" afferma Verdone, ma sottolinea anche: "Però attenzione, quando si parla di cancel culture e si dice di abbattere una statua perché pornografica dobbiamo stare attenti. Qui siamo arrivati al punto di dire che la Divina Commedia è pornografia. Che Biancaneve non può essere così bianca perché dà fastidio ai neri. Ma chi l'ha detto questo? Qui siamo alla follia più totale. Stiamo andando nella direzione sbagliata"
Mi viene in mente anche quanto ormai sia difficile anche parlare di questi argomenti facendo un po' di sarcasmo, prendendo il tutto in modo un po' più leggero. Perché con l'ironia si possono dire tante cose, si possono far vedere dei difetti che affliggono in una società arrivando in modo semplice, a tutti. Ma nemmeno questo si può più fare, perché qualcuno millanta di offendersi. Ma chi esattamente? Chi non ha risolto qualcosa con se stesso? Chi non vede l'ora di attaccare qualcun altro per potersi sentire superiore?
I migliori comici che abbiamo potuto vedere tra gli anni ottanta e il duemila non potrebbero più esistere oggi.
Ma va bene così?
Tutto appiattito, dove ognuno non è più in grado di poter dire qualcosa di forte, perché c'è subito pronto qualcuno ad attaccare.
Io dico che questa non è la soluzione a niente, anzi, aiuta soltanto a non poter parlare di certe tematiche con la forza che soltanto l'ironia può avere. I problemi sociali continuano ad esserci e ad aumentare, e posso affermare la mia convinzione che questo politically correct rischi veramente di fare più male che bene a questa nostra società malandata.
Non cancellate il passato. Non cancellate la possibilità di dire qualcosa di forte con una bella risata finale. Non fate finta che i problemi non esistano. Vogliamo vedere il nostro mondo esattamente per come è, non come un castello fatato, ma come un posto pieno di problemi e di gente che si fa la guerra, perché attualmente è qui che ci troviamo. Soltanto da qui possiamo partire a risolvere i problemi e imparare a stare dalla parte giusta. Non facendo finta che le problematiche non esistano, ma affrontandole ogni qualvolta ce ne sia l'occasione.
P.s.: Il libro dell'ultima immagine è un libro ironico, anche un po' fuori dal politically correct, per questo lo segnalo. Si chiama è tutto imperfetto, di Himbe. Per chi volesse approfondire, lo trova QUI
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