Il numero di casi di manipolazione mentale in Italia è in continuo aumento. Ma di cosa si tratta nello specifico? Purtroppo esistono realtà con un’apparenza innocua e, per questo, ancora più pericolose di quello che possiamo immaginare.
Si tratta di associazioni che possono essere centri di studio o di aiuto, dove s’incontrano collaboratori dall’atteggiamento gentile e rassicurante. La verità è che in questi luoghi viene utilizzata la forma di potere più subdola e pericolosa: il carisma.
Vengono utilizzati meccanismi come il brainwashing (lavaggio del cervello) che destrutturano la mente, conducendo le persone a commettere anche gesti folli. Le vittime possono appartenere a qualsiasi classe sociale e non importa il grado d’istruzione. Chiunque può finire nella rete.
Secondo il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni esisterebbero 3 step attraverso cui le sette, persuadono singoli individui ad agire, sottomettendosi alla volontà di altri: isolamento, indottrinamento e mantenimento. Attraverso tecniche di manipolazione mentale, gli individui iniziano a isolarsi dai loro cari, convinti di aver trovato una nuova famiglia, persone che vogliono davvero aiutarle (love bomb). L’indottrinamento avviene attraverso il rigetto di vecchi valori e l’incoraggiamento a seguire nuove regole. (Non si parla di problemi ma di percorso interiore di crescita).
Il mantenimento, invece, si ha attraverso seminari e incontri, impegno mentale fisico o rigide regole alimentari.
Quali sono le tecniche della manipolazione mentale?
Esistono vari metodi di persuasione, alcuni possono essere:
- Colpevolizzazione: “Davvero pensi questo? dopo tutto quello che ho fatto per te”
- Suggestione negativa: “forse non stai bene, ultimamente mi sembravi triste”
- Attacco alla persona: “Evidentemente, non hai ancora ben chiari gli obiettivi (non viene messo in discussione il concetto, è la vittima che non capisce);
-Esercizio abusivo della professione medica, violenze sessuali: questi sono solo alcuni dei delitti perpetrati dai leader delle psico-sette.
A me non può succedere?
Molti pensano che non finiranno mai in certe situazioni, sicuri di saper evitare ogni tipo di pericolo. Tuttavia, a chiunque può capitare di vivere periodi di fragilità, momenti della vita dove ci sentiamo indifesi (perdita del lavoro, una separazione). Magari un conoscente o un amico ci consiglia, per il nostro bene, di frequentare un posto speciale, che senza fatica, ci farà tornare a star bene come prima o magari più di prima.
Gradualmente quel posto diventa la nostra nuova famiglia. Con il tempo gli adepti arrivano anche a commettere gesti folli, come “donazioni di grosse somme di denaro” in favore del gruppo. A volte, si diventa anche vittime di abusi sessuali.
Ma come difendersi dalle psicosette?
Non è facile difendersi da soli. È importante farsi aiutare e guidare da esperti. È fondamentale chiedere aiuto e mettere da parte sentimenti come la vergogna o la paura.
A tal proposito, nel 2023 Rita Repetto insieme a 8 soci fonda l’associazione La pulce nell’orecchio, affinché quello che è accaduto a sua sorella Roberta non debba accadere più a nessuno.
Ma chi era Roberta Repetto? Quale è la sua storia?
Roberta era una ragazza brillante, ricca di interessi, amava la natura, illustrava storie per bambini lavorava la ceramica, aveva un’agenzia immobiliare e insegnava yoga. Poi, in un periodo in cui si sentiva particolarmente fragile, ha iniziato a frequentare un centro olistico della sua regione, dove credeva di aver trovato persone affidabili. Ma dalle mail e diari letti post mortem, si è rivelata una realtà sconvolgente: Roberta veniva sottoposta a turni massacranti di lavoro gratuito, la persuadevano a fare donazioni di grosse somme di denaro e tanto altro ancora.
Roberta era una persona forte ma anche fragile come possiamo esserlo tutti. A chiunque può capitare di vivere un periodo in cui ci si sente vulnerabili e, in quei momenti, ci si affida a qualcuno che promette di farci star meglio, a volte ci si affida a persone sbagliate, certi che non ci farebbero mai del male.
“La sua sfortuna è stata aver incontrato chi di questa fragilità si è approfittato e ne ha causato la morte a soli 40 anni avvenuta il 9 ottobre 2020. Roberta muore per un melanoma in metastasi, operato due anni prima, su un tavolo da cucina, senza anestesia, né esame istologico e curato con tisane e meditazione.”
Ma perché tutto questo?
Perchè una persona di animo buono mai potrebbe immaginare che si possa nascondere del male dietro a un sorriso e a una voce rassicurante.
Perché purtroppo i carnefici hanno maschere fatte di premurosità e dolcezza.
La cosa più terribile che può capitare in caso di violenza è non provare a difendersi, perché pensiamo che in qualche modo il nostro carnefice voglia il nostro bene. Ne parlo nel mio romanzo Petricore, attraverso la storia di Eva, una donna che riesce a scappare da un convivente violento. E per puro caso, un giorno la mia strada si è incrociata con quella di Rita, la sorella di Roberta Repetto.
È andata così.
Alla fine del 2022 la mia editrice Anna Giada Altomare mi propone di inserire un acquerello nel mio romanzo in uscita. Mi spiega che apparteneva a una ragazza di nome Roberta, di cui vi abbiamo accennato la storia. Mi viene la pelle d’oca, la protagonista del mio romanzo vittima di violenza, dipingeva, proprio come lei. Quell’acquerello doveva essere nel mio libro. Lo scorso 10 febbraio, insieme a Rudy Pesenti, sono andata a Chiavari per parlare dei nostri libri e, accanto a noi c’era Rita Repetto. Eravamo emozionatissimi, era da tempo che desideravamo incontrarla.
È bellissima, una persona meravigliosa, di quelle che illuminano le stanze in cui entrano.
Rita sta facendo qualcosa di magico: trasforma il dolore e la perdita di una persona cara in qualcosa di potente, forte ma soprattutto bello.
Qualcosa che può essere utile a proteggere tante altre persone affinché quello che è accaduto a Roberta non debba più ripetersi. Il suo messaggio è potente: per dare un senso al dolore, bisogna far nascere qualcosa di bello.
Rita cerca di mettere in guardia quante più persone possibili dalla manipolazione mentale. Infatti, venuta a conoscenza dei segnali che diventano campanelli di allarme, ha deciso di condividerli con quante più persone possibili per prevenire e proteggere chi vive un momento di fragilità, con la speranza che quello che è accaduto a Roberta, non si ripeta di nuovo.
Ed è così che ha deciso di aprire una pagina Instagram @la_pulcenellorecchio, uno spazio digitale dove aiutare chiunque a riconoscere comportamenti tipici di chi entra in una setta e aiutarli tramite le competenze di esperti. Da Febbraio 2023, la pulce nell’orecchio diventa una vera e propria associazione.
Di cosa si occupa in concreto l’associazione “La Pulce nell’orecchio”?
La pulce nell’orecchio è nata da 8 soci che hanno come obiettivo quello di contrastare la violenza in ogni forma, in particolare quella psicologica. Da qui, sono nati due importanti progetti:
-La pulce nel disegno: l’idea è quella di collegare il nome di Roberta anche alla bellezza della sua arte. Era, infatti, un’artista e ha dipinto moltissimi acquerelli. Il desiderio di Rita è stato quello di vedere questi disegni riprodotti su copertine o all’interno di libri per rispondere alla bruttura di chi compie violenza. Ha così scritto a varie case editrici italiane e a oggi ha ricevuto decine di adesioni.
- La pulce nelle scuole: Attraverso il quale Rita va nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi sui pericoli delle psicosette. A tal fine donano agli istituti che ne fanno richiesta, un segnalibro raffigurante un’illustrazione ad acquerello realizzata da Roberta e i 7 campanelli di allarme che devono farci sospettare che ci sia un problema:
- Allontanamento dalla famiglia
- Incapacità di prendere decisioni autonome e perdita del pensiero critico
- Venerazione per una persona
- Modifica dei comportamenti alimentari
- Interruzione o modifica improvvisa dei trattamenti medici se in atto
- Modifica dei modi di vestire
- Risposte vaghe ed evasive a domande inerenti alla sua nuova vita
- Sappi che potrebbe essere entrato in contatto con un culto distruttivo.
Cosa puoi fare tu?
Metti anche tu la pulce nell’orecchio di altre persone.
Sensibilizzerai al nostro posto, perché non accada mai più.
Come?
Diventa portatore sano della nostra mission, sensibilizzando sui rischi concreti che si corrono quando si entra in contatto con un culto distruttivo.
Sii anche tu la pulce nell’orecchio di qualcuno.
Qui sotto la versione integrale della live di 'C'è Vita anche il lunedì' con Rita Repetto, dal titolo 'Riconoscere in tempo la manipolazione mentale'
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