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Che motivo c'è di essere sempre in competizione con qualcuno?

Immagine del redattore: Rudy PesentiRudy Pesenti

Aggiornamento: 18 dic 2024

Oggi è successa una cosa che mi porta a questa riflessione. Una persona stava gareggiando con me, e io non sapevo di essere in gara.

Ma perché abbiamo sempre questo bisogno di doverci misurare con gli altri?



"Chi crede nel suo cammino non ha bisogno di dimostrare che quello degli altri è sbagliato". Questa è una frase di Paulo Coelho in cui credo molto.

Ci sono persone che hanno la necessità continua di paragonarsi alla vita degli altri, senza rendersi conto che stanno perdendo tempo a non costruirsi una strada propria, a non concentrarsi su ciò che li renderebbe veramente felici.

E nel frattempo, rimangono fermi.

Ne ho viste tante di persone così. Immobili. Lamentandosi di chiunque camminava e li superava. Ma non possono provare ad avanzare anche loro?

Il fatto è che trovare un nemico a cui dare carico di tutte le tue sventure ti libera. Perché non sei più tu il problema se le cose non vanno come ti aspettavi, è sempre colpa di qualcun altro. Quindi puoi continuare a vivere la tua vita seduto, da spettatore, senza faticare. E ogni volta che qualcosa va male, hai già pronto il colpevole su cui scaricare le tue mancanze.

Non riesco a condividerla una visione così ristretta della vita. Non m'interessa dove siano gli altri, a che punto del proprio cammino si trovino, se abbiano già raggiunto la loro vetta, se io non li raggiungerò mai. Non sto gareggiando con nessuno, la mia vita non riguarda le vite degli altri. Anzi, il più delle volte non guardo avanti, mi guardo indietro, per vedere se qualcuno che sta peggio di me abbia bisogno di una mano per risalire.

Ma è così difficile vivere un'esistenza pensando ognuno al suo percorso, quello della ricerca di un po' di felicità, piuttosto che cercare sempre di provare a rallentare gli altri?

Io ho iniziato a rallentare da solo un po' di tempo fa. C'è un panorama incredibile dalle strade che ti crei, un passo dopo l'altro. Se riesci ad andare anche piano, puoi godere di tutto il panorama che ti circonda. A volte incroci qualcuno, a volte qualcuno ti sorpassa, altre volte qualcuno ti lascia, altri continueranno a fare parte del tuo percorso, altri ancora avranno bisogno di essere aspettati e la potrai vedere lì la vera forza: non nel rincorrere chi va più veloce di te, ma nel saper attendere chi non ce la fa a raggiungerti. A insegnargli ciò che hai imparato nel fare nuova la tua strada, in modo che anche lui ne sappia fare una soltanto sua. In modo che sappia dove si trova la felicità: non nell'imitare gli altri, non nell'aggrapparsi agli altri per rallentarli. Ma nel saper procedere da soli, sempre avanti, ognuno con la propria velocità, il proprio orizzonte, la propria meta.

Perciò, se vi capiterà di incontrarmi in qualcosa di mio, mentre lavoro, o nella scrittura, nelle presentazioni, nel blog o nei miei viaggi in Africa, in tutto ciò che mi piace fare, sento che dobbiate sapere una cosa: non sto facendo una gara con nessuno, perciò non gareggiate con me, vi lascerò vincere comunque. Perché a me non interessa vincere, mi appartiene soltanto trovare il mio sentiero e percorrerlo, fin dove mi porterà.

Se tutto è una competizione, allora voglio arrivare ultimo, staccato da tutti. Per vedere il panorama da solo, godermelo nel silenzio di una strada, che auguro a tutti quanti di trovare.


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