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Immagine del redattoreRudy Pesenti

La corsa è lunga, e alla fine, è solo con te stesso

Mi è ritornata in mente questa frase, che fa parte dello splendido monologo finale del film The Big Khauna con Kevin Spacey e Danny DeVito, dopo una domanda nella live Instagram di 'C'è vita anche il lunedì' con l'incredibile Nico Valsesia, ultratrailer e amante di imprese estreme.


Danny DeVito e Kevin Spacey in The Big Khauna

Stavamo discutendo di imprese estreme. Nico Valsesia è noto per le sue pazzie portate a termine. Detiene il record mondiale bike + ultratrail di dislivello positivo. Ha partecipato cinque volte alla Race Across America, arrivando secondo nel 2006 e terzo nel 2014 (per chi non lo sapesse è una gara in bicicletta da una costa all'altra degli Stati Uniti, nel minor tempo possibile. Quindi, anche senza dormire).

È famoso per i From 0 to, cioè partire dal livello del mare con bici e a piedi e raggiungere la vetta più alta di un paese o di un continente. Il suo libro La Fatica non esiste, edito da Mondadori, ha avuto un notevole successo di pubblico.


Nico Valsesia, Marrakech Dakar in bici

Recentemente ha percorso in bici da Marrakech a Dakar, da cui è tratta la foto sopra.

Mentre io e Ivana Ferriol parlavamo con lui durante la diretta, tra le varie domande, gli abbiamo chiesto: "Alla fine di tutto, con chi è la gara, con gli altri o con se stessi?"


La sua risposta è stata che alla fine la gara è sempre con sé stessi, anche quando si gareggia con gli altri. Che per arrivarci, a quella competizione - qualunque essa sia - ti sei dovuto sfidare migliaia di volte, hai dovuto imparare a crescere, a migliorarti di volta in volta.

Ecco, perché, alla fine, la gara è sempre con sé stessi.


Ecco la live con Nico Valsesia, per chi volesse recuperarla:



Così penso anche alla nostra vita. Quella di tutti i giorni. Se entriamo in quest'ottica, nessuno potrà mai fermarci. Certo, la strada è lunga e gli ostacoli sono tanti, ma che al massimo possono rallentarci, perché siamo noi il nostro treno, la nostra via da seguire. Perché i limiti che abbiamo siamo noi che decidiamo se superarli o meno, se restare seduti a guardare gli altri che vivono o decidere di provare a scalare la nostra montagna. Se lamentarci che gli altri sono meglio di noi, o provare noi a essere meglio di loro.

Ognuno sceglie per sé.

Ma se vi chiedete con chi siete in gara, la risposta è chiara: soltanto con voi stessi.


E visto che l'abbiamo citato all'inizio, vi lascio anche il monologo finale del film The Big Khauna, uno dei più bei monologhi della scena cinematografica.


Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.

Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.

Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.

E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!

Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.

Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.

I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.

Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l’invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.

La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.

Se ci riesci veramente, dimmi come si fa…

Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.

Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.

I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.

Forse avrai figli o forse no.

Forse divorzierai a quarant’anni.

Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.

Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo, usalo in tutti i modi che puoi, senza paura e senza temere quel che pensa la gente.

E’ il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla!

Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.

Non leggere le riviste di bellezza: ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori, non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.

Tratta bene i tuoi fratelli, sono il miglior legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono, ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.

Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.

Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant’anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.

I consigli sono una forma di nostalgia.

Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio… per questa volta.


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