I ricordi sono immagini del passato con un forte carico emotivo che fanno parte del nostro essere.
Si tratta di momenti che resistono al tempo e dicono tanto di noi.
Di certo, ognuno di noi ha qualche ricordo speciale legato ai propri nonni.
Passano gli anni, diventiamo grandi ma l’amore che ci lega a loro non passa mai.
Centrini ricamati, scatole di latta blu con dentro nessun biscotto danese ma solo ago e cotone. E i manicaretti che la nonna cominciava a preparare con pazienza e amore dall’alba.
Almeno io ricordo le polpette al sugo (immancabili nella casa di una nonna napoletana). Ma anche le merende fatte in casa, le galatine e le rossana, quelle tavole di legno con i cassetti dove trovavamo sempre le carte da gioco, penne e fogli per disegnare.
I nonni ci davano sempre ragione, anche quando i nostri genitori ci rimproveravano per giusta causa.
Erano fonte di quelle conoscenze che il tempo sta facendo perdere e loro tenevano aperta la memoria di quello che valeva davvero.
Oggi è la giornata dei nonni e abbiamo provato a raccogliere i ricordi di tante persone, dai 5 anni a salire.
Sei curioso? Continua a leggere, scoprirai che al di là dell’età e della località, i nostri ricordi sono molto simili.
Paolo
Ricordo: Le mani. Quelle che ti accarezzano, quelle che ti rialzano, quelle che ti indicano un grappolo d’uva ancora appeso alla vite o un pomodoro maturo da cogliere. Le mani ruvide e sporche di terra, quelle rugose, a volte giunte, spesso indaffarate, quelle mani che intrecciavano e disfavano i sogni di noi bambini, quelle che impastavano i profumi della domenica e delle feste, quelle che avevano tagli e cicatrici che erano pure loro ricordi di ricordi. Dei miei nonni rammento molto, non di tutti allo stesso modo, il tempo sarebbe stato altrimenti troppo buono e invece ci prendiamo quel che scandisce a suo gusto e piacimento. Quel che di tutti però mi porto sempre dietro e che ogni tanto mi annoda a doppio giro la gola sono quei gesti, quei precisi passi come di un Rudol'f Nureev impeccabile e programmato solo e soltanto per non sbagliare una piroetta o un gran plié. Quelle mani che mi hanno reso grande anche quando grande non ero, sono e resteranno il ricordo più bello, anche adesso che ad avere le mani sporche di terra o di farina ogni tanto sono io.
Insegnamento: Nessuno mi ha lasciato un qualche monito speciale, piuttosto ognuno ha fatto sicuramente molto e in quel fare ha riversato forse l’insegnamento più grande. Testa alta anche quando la testa è vicina alla terra, fare e non stare mai con le mani in mano, che a volte qualche mala parola gliela lancio per quest’ultimo lascito infame, certe volte è bene anche non far nulla e godersi questo mondo. Mi hanno insegnato a resistere. Probabilmente da loro tutti ho appreso come piegarsi e non spezzarsi, anche quando il vento sferza forte, quando tutto sembra essere spacciato. Ho appreso a occhi spalancati e a orecchie tese quello che erano e come lo erano diventati, sperando un giorno, di essere almeno un briciolo di quello che sono stati.
Daniel (8 anni) e Christian (10 anni)
Ricordi:
Christian: ricordo le favole che fanno ridere, raccontate dalla nonna e quando facciamo la lotta.
Daniel: solletico col nonno.
Insegnamento: bisogna sempre usare le "parole della gentilezza" con tutti.
Rebecca (9 anni), Isabel (7anni), Eva (6 anni)
Ricordo: giocare a nascondino e fare gli gnocchi con la nonna.
Insegnamento: niente 😬
Siria (10 anni) e Sofia (8 anni)
Ricordo: nascondino, lotta con nonno.
Insegnamento: bisogna essere buone e gentili.
Manuel (8 anni)
Ricordo: quando abbiamo creato insieme la statua del mio personaggio preferito in cartone.
Insegnamento: mi insegna a costruire tante cose.
Irene (5 anni)
Ricordo: quando nonno viene a prendermi a scuola e mi porta il succo.
Insegnamento: nonna Anna mi insegna che quando un maschio urla, devo dire “ma chi ti pensa!”
Virna
Ricordo: Innanzitutto vorrei dire che sono stata fortunata, li ho conosciuti tutti e quattro i miei nonni. Ho due ricordi meravigliosi:
Mia nonna Lucia che leggeva il libro della Sirenetta e per vizio, mi faceva inzuppare il ciuccio nello zucchero (è lei che mi ha trasmesso la passione per la lettura, nonostante sia mancata giovane).
I miei nonni materni, Adele e Bortolo e il loro pranzo della domenica: nonna a "menare" la polenta e nonno a grigliare carne e verdure. Ancora oggi mi ricordo il sapore di quelle pietanze, semplici ma deliziose, servite in condivisione a centro tavola. Il mio piatto preferito.
L'insegnamento: amare e fare del bene sempre, anche se la vita è dura e spesso ci toglie qualcuno di importante. L'amore è la cura per ogni cosa. Più di tutti la mia amata nonna Adele, che è mancata quest'anno all'alba dei 93 anni, è sempre stata gentile, dolce e amorevole con tutti i suoi figli e nipoti. Ha sempre avuto parole di conforto e ci ha "cullato" sempre. Ha gioito con orgoglio ai traguardi della vita dei figli e dei nipoti. Ed è vero, ha sempre ragione la nonna: quando ami e fai bene alle persone, ti torna indietro. Lei è stata amata da tutti noi.
Marco
Ricordo: Il ricordo più bello che mi hanno lasciato entrambi è un insieme di una moltitudine di momenti passati insieme ai miei parenti. Avendo una parte di famiglia all'estero, i miei nonni materni sono riusciti a creare nella loro casa un luogo di aggregazione dei nipoti, di zii e amici comuni che riempiono di ricordi emozionanti le mie passate estati. Grazie a loro porterò sempre con me quei momenti.
Insegnamento: Ascoltarsi e prendersi il tempo per conoscersi e condividere il tempo con le persone intorno a te. In questo mondo veloce e caotico, sono due insegnamenti importanti.
Sabrina
Ricordo: in questi giorni penso sempre a quando stavo passando un brutto periodo dopo la morte di mio padre e a casa scoppiai a piangere e mio nonno mi si avvicinò e disse: “Non piangere perché se piangi tu piango anch'io” e scoppiò anche lui a piangere e poi mi abbracciò.
Insegnamento: amare gli altri ma amare soprattutto me stessa (cosa un po' difficile per me).
Gabriele
Ricordo: Uno dei ricordi più vividi di mia nonna materna è il momento in cui lasciava la Calabria (sua terra natia) per andare a far visita alle figlie e ai figli sparsi per l’Europa. Era sempre accompagnata da un numero incredibile di pacchi (immancabilmente tenuti assieme dallo spago grigio), borsoni e valigie di tutte le dimensioni. Come facesse ogni volta a caricarle e scaricarle dal treno rimane per me un mistero.
Insegnamento: Sempre legato a mia nonna materna, la cosa che più mi porto dentro è il suo senso di accoglienza e apertura. Viveva in una casa che avrebbe più senso misurare in centimetri quadrati più che metri, ma c’era sempre posto per chi arrivava. Un posto per mangiare - anche in piedi o seduti sul gradino di ingresso – o un cantuccio per riposare.
Donatella
Ricordo: Nonno mi ha insegnato a praticare la gentilezza. Lui aveva tutta la parte sinistra paralizzata a causa di un incidente di guerra ma non rinunciava mai a camminare con un bastone vicino casa. In tasca le immancabili caramelle di tutti i gusti. Le dispensava a chi si fermava a salutarlo o ai bambini che incontrava sulla strada. Era una piccola gentilezza, un dono per il tempo che chiunque gli dedicava con piacere. Anche io le porto sempre dietro. A scuola ogni tanto per un bambino che piange tanto, a un anziano nella struttura in cui lavoro per facilitare magari la doccia. E spesso gli ospiti della RSA (disabili mentali) me ne regalano a loro volta qualcuna quando magari ci parlo di più, o quando gli faccio un piccolo servizio e mi ricordano mio nonno.
Insegnamento: Ciò che mamma mi racconta di lui mi ha anche mi ha dato la serenità di vivere con coraggio. Con la sua importante paralisi arava intero terreni con i buoi che all'epoca erano l'unico mezzo per lavorare.
Chiara
Ricordo: Quando penso ai nonni penso a quelli materni. A mia nonna è affidato il primo ricordo della mia vita: avevo due anni e con lei giocavo a prendere il tè come le signorine; ricordo che mia nonna portava una collana di perle e che rideva, rideva tanto. Mio nonno l'ho vissuto un po' di più e ho talmente tante storie in testa che lo riguardano che forse non saprei sceglierne uno. Ho avuto poi una nonna putativa, una donna straordinaria che ha deciso di vivere i suoi ultimi anni in nostra compagnia. I ricordi con lei sono molteplici ma forse il più bello risale a quando ci veniva a prendere a scuola e per farci tornare a casa in maniera ordinate cantava Azzurro di Celentano. Diceva che il ritmo era come una marcia e che cosi' sarebbe stato più facile camminare in fila indiana. Ogni volta che sento quella canzone penso a lei e le riservo una preghiera.
Insegnamento: Mio nonno mi ha insegnato il valore della cultura e del sapere: era un uomo avido di conoscenza. Pagherei per potergli parlare ora, per poter immergermi in conversazioni senza fine su qualsiasi argomento. Iride, la mia nonna putativa, mi ha insegnato il coraggio e la determinazione; il valore del gioco, il valore dell'amicizia, la differenza tra gli amori, il gusto del viaggiare. Mia nonna purtroppo è morta quanto avevo solo due anni per cui non ha potuto insegnarmi granché, anche se la grazia di mia mamma proviene da lei quindi forse in qualche modo ho potuto goderne anche io, di riflesso. In generale sono tre persone che non potrei mai dimenticare e che mi hanno reso quella che sono.
Mattia P.
Ricordo: mia nonna materna è morta quando avevo 8-9 anni. Ne conservo un bel ricordo. Il mercoledì passavo la serata con lei e i miei zii, che mi facevano giocare e guardare Bud Spencer & Terence Hill 😁
Era il mio giorno della settimana preferito.
Insegnamenti: l'unico vero "insegnamento" mi è arrivato da mio nonno, totalmente assente con i figli, che non ha mai voluto conoscermi. Mia madre, visto il pessimo esempio di suo padre, ha sempre cercato di farmi avere tutto ciò che lei non ha mai avuto da suo padre. E questo si può dire che sia l'insegnamento che mi è arrivato: si può imparare anche dai pessimi esempi, per cercare di non rifare gli errori che sono stati fatti con noi.
Alessio
Ricordo: il viaggio in treno. Mio nonno adorava i treni e spesso facevamo gite tutti e tre insieme raggiungendo diverse località ogni volta.
Insegnamento: l'unità e il supporto della famiglia. Ho sempre visto i miei nonni molto uniti, che si supportavano a vicenda. Basti pensare che dopo molti anni di matrimonio sono morti uno a distanza di un mese dall'altro, come se non potessero vivere senza l'altro. ❤️
Giada
Ricordo: merende dopo scuola, sandwich con nutella, la mia bisnonna mi aiutava a studiare storia raccontandomi aneddoti di guerra.
Insegnamenti: non arrendersi mai di fronte alle difficolta della vita, credere nella propria stella e come dice nonna “fai bene che ti torna il bene”
Marta
Ricordo: andare a fare la spesa a piedi e poi tornare a casa per cucinare facendo ad esempio la pasta fresca.
Con nonno quando stavamo a giocare in cortile e mi costruiva giochini "dei vecchi tempi" con una canna e 2 pigne (veniva come quei giochini che però hanno una ruota che si trovano alle fiere ai banchi che vendono i dolciumi ma quello era a costo 0, costruito con amore e originale).
Insieme facevamo tanti picnic in campagna
Insegnamento: mi hanno lasciato indirettamente l'insegnamento del vero amore quello che non si butta alla prima difficoltà, dove si cammina mano nella mano nel bello e (specialmente) brutto tempo, quello che se vero, coltivato e curato dura in eterno ❤️
Marianna C.
Ricordi di mia nonna sono infiniti ma tra quelli che ricordo con più emozione è sicuramente quando è nata mia figlia, la gioia nei suoi occhi.
Insegnamento: il forte senso di appartenenza alla famiglia e la grande generosità ed umanità. Mia nonna è rimasta vedova giovanissima, mia madre aveva 23 anni ed ha cresciuto lei ed i miei zii da sola senza far mancare nulla a nessuno! E di questo ne faccio tesoro 🥰
Claudia
Ricordo: Mia nonna vive nel mio naso. Non nel senso che abita lì in carne e ossa, sottoforma di anima o di profumo. Mia nonna vive lì sottoforma dei geni che hanno tramandato al mio viso un naso grande, sottile e aquilino, proprio come il suo (e quello di mia zia).
Ogni volta che mi specchio il suo ricordo ritorna. E vedo una casa con pavimenti di graniglia, mobili antichi e canarini dai nomi importanti: Pavarotti, Caruso e così via. E vedo lei seduta al tavolo della sala, e sul tavolo caramelle allo zucchero e menta per me e Diana Rosse per lei. Vedo gatto di turno che gironzola per casa, che girovaga tra i cuscini e scivola tra le videocassette di balletto e opera.
Mi specchio e vedo lei sempre più piccola, magra, con gli occhi sempre più grandi e i capelli sempre più ricci e bianchi. “Quando morirò i vermi non avranno tanto da mangiare” diceva, ed era proprio vero.
Quando quel giorno è arrivato lei era pronta, con fotografia ed epitaffio per lei e una lettera per ciascuno di noi.
Mio nonno era sempre con me. Finita la scuola andavo da lui. Caffè latte con i biscotti, cartoni animati, giochi a carte e la bicicletta marrone, che pian piano ha ceduto il passo alla poltrona, un trono di legno e fodere intrecciate. Ma come spesso fanno i troni, lo ha incatenato a sé con tubicini di plastica trasparenti e sibilanti. L’ossigeno scorreva dalla bombola al naso, poi dal naso ai polmoni e dai polmoni alla bocca. Un concerto di sibili tra i tubi, le sue narici e la sua bocca.
Una genealogia nasale la mia, che ha respirato aria dura, ma che mi ha insegnato che la pelle sottile striata d’azzurro e viola è un vestito forse scomodo, ma libero.
Libera
Ricordi: ho pochi ricordi, uno a cui sono legata è aver attraversato Roma a piedi con mio nonno che mi ha fatto da guida. Era innamorato della città e conosceva ogni particolare storico.
Insegnamento: devo a mia nonna uno degli insegnamenti più importanti:
Decidere di sé da sé.
Essere indipendenti e liberi. Mai schiavi di nessuno.
Viviana
Ricordo: per me è racchiuso tutto nella domenica.
La domenica perché grazie ai miei nonni è diventato un giorno da dedicare alla famiglia. La domenica con i nonni diventava un’occasione di incontro per tutti i membri della mia famiglia, di risate e tanto divertimento mi sono sempre sentita fortunata.
Vincenzo
Ricordo: Da bambino passavo tutte le estati in un piccolo paesino in provincia di Caserta, Grazzanise. Soffrivo d'asma, qui a Como, e il dottore ci consigliava di andare al mare perché lo iodio mi avrebbe aiutato. Quindi finivo di andare a scuola qualche settimana prima della conclusione dell'anno scolastico. Un vero spasso.
Ricordo mia nonna alla quale, quando sgozzava le galline nella corte in cui vivevamo, io urlavo "Assassina". Lei rideva, dicendomi qualche frase in napoletano per tranquillizzarmi, e io sbattevo i piedi per terra. Mia nonna mi suscitava emozioni contrastanti. Mangiava con la bocca aperta e faceva quel rumore che di solito si fa quando si mastica una Big Babol.
Invece mio nonno era l'opposto. Mentre mia nonna era intenta a sgozzare le galline, con il sangue che defluiva verso lo scarico dell'acqua, mio nonno tesseva le reti da pesca. Erano gigantesche, perfette, e mi ricordavano le tele dei ragni. Aveva un carattere calmo. Anche quando si arrabbiava dopo che per sbaglio avevo bucato una gomma della sua bicicletta, non mi faceva paura.
Avevano un carattere che si compensava. Lei era un bel peperino, lui era quello che la faceva sbollire.
L'insegnamento più importante che mi hanno lasciato sia quello dell'importanza della famiglia. Restare uniti, aiutarsi, anche quando le cose non vanno per il meglio. È questa l'eredità che porto con me.
Antonio
Ricordo: Nonno aveva sempre una premura verso di me di venirmi a prendere il sabato e portarmi con lui a svolgere le commissioni, a tagliare i capelli e mi portava in chiesa a Capodichino. Mi piace pensare che la mia vocazione al sacerdozio sia partita da lì.
Insegnamento: la tenerezza, non il sentimento sdolcinato ma lo spazio in cui ti sentivi accolto e apprezzato e valorizzato per quello che sei.
Oggi la tenerezza bisogna spiegarla alla gente, prima non si spiegava ma si viveva direttamente, non avendo una conoscenza adatta dei sentimenti delle emozioni e dei comportamenti dell’uomo e della donna.
Mattia C.
Ricordo: io con i miei nonni in Puglia a raccogliere pomodori, uva, olive e fichi d’india
Insegnamento: l’umiltà fa tutta la differenza del mondo in una persona.
Greta (7 anni)
Ricordo: Mio nonno manca da 5 anni ma lo penso sempre. Uno dei tanti ricordi che ho, è che giocavamo con le mollette per il bucato e con la plastichina creavamo bambini e culle sempre di plastichina. Mio nonno mi ha insegnato a giocare anche con piccole cose e divertirmi comunque. Non lo dimenticherò mai.
Melissa
Ricordo: quando guardavo la Tv con il nonno il pomeriggio nel letto e guardavamo i film sulla storia. Ricordo anche che mi raccontava quello che aveva vissuto durante la guerra.
Insegnamento: che mi ha insegnato che la vita è una lotta continua fino alla morte 😅 ma vale la pena di essere visita.
Ivana
Ricordo: sono troppi i ricordi. Nonno Felice mi portava in giro in estate in Francia o nel Fortore, in campagna. Si lasciava fare la barba. Passavamo tanto tempo seduti all’esterno, al sole e mi raccontava aneddoti della guerra. Era il mio confidente, mi dava tanti consigli sull’amore. Era un Galantuomo, charmant. Coccolava mia nonna come una bambina. E l’ha amata e rispettata per tutta la vita.
Insegnamento: nonno Felice ha avuto una vita non sempre facile Eppure, aveva sempre voglia di ballare, fare scherzi, non si abbatteva mai. Forse il suo insegnamento più grande è che non bisogna mai sprecare i momenti belli e avere voglia di far festa, nonostante tutto.
Inoltre, aveva un gran rispetto per le donne. Per lui, era importante che le figlie, guidassero, che fossero autonome e indipendenti.
Rudy
Ricordo: Siamo seduti sulle sedie bianche in plastica in giardino, è estate. La gente passeggia d'estate. Quando passano, tutti salutano i miei nonni.
Io ho sempre voluto essere quella cosa lì: quello che viene salutato.
Non solo perché ti conoscono, ma perché sanno chi sei.
Insegnamento: Dare valore a quello che lasci il giorno che te andrai.
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