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Le 10 più belle canzoni dei Timoria: un viaggio nel rock alternativo italiano

Scopri le canzoni più iconiche dei Timoria, la band di rock alternativo italiana che ha segnato profondamente gli anni Novanta con testi intensi, sound potente e sperimentazione sonora. In questo articolo esploreremo brani che vanno da Senza vento a Milano (non è l’America), passando per Sangue impazzito, Il guerriero, L’uomo che ride e molti altri, per capire cosa rende unica la loro discografia. Analizzeremo le liriche, le atmosfere, i momenti storici e il messaggio che ogni pezzo ancora oggi trasmette a generazioni di appassionati. Se vuoi riscoprire la profondità emotiva e creativa dei Timoria, ecco le loro dieci più belle canzoni e un po' di storia per conoscerli meglio.


timoria canzoni

TIMORIA: CHI SONO?

I Timoria sono stati un gruppo rock alternativo nato a Brescia nel 1985. Inizialmente si chiamavano Sigma Six, poi Precious Time, e infine assunsero il nome definitivo “Timoria”, termine greco che significa sia “aiuto” che “vendetta”. Fondati da Omar Pedrini, il nucleo della band si completò con Enrico Ghedi, Diego Galeri, Carlo Alberto “Illorca” Pellegrini e infine Francesco Renga come cantante.


Pubblicarono nel 1988 l’EP Macchine e dollari. Il vero debutto arrivò nel 1990 con l’album Colori che esplodono, a cui seguì la partecipazione a Sanremo 1991 con L’uomo che ride, che valse loro il Premio della Critica. Negli anni successivi uscirono Ritmo e dolore (1991) e Storie per vivere (1992), con la collaborazione di Ligabue.


Il successo esplose nel 1993 con il concept album Viaggio senza vento, trainato dai singoli Senza vento e Sangue impazzito, che ottenne il disco d’oro e vede la partecipazione di Finardi. Confermarono la popolarità con 2020 SpeedBall (1995), che trattava temi legati al futuro, all’ambiente e alla droga. Un concept album incentrato sul futuro (fissato da Pedrini nel 2020); la copertina ritrae una siringa che inietta eroina in un'arancia: una denuncia allo sfrenato sfruttamento delle risorse della Terra, ma anche al forte consumo di droga pesante; il disco tratta anche l'avvento di Internet e dei pericoli che può comportare.


Nel 1998 Renga lasciò la band, che proseguì con il nuovo cantante Sasha Torrisi.

Lo scioglimento arrivò nel 2003. Renga e Pedrini si sono ritrovati sporadicamente sul palco per cantare insieme, ma una reunion vera e propria non c’è mai stata.

Nel 2018 è uscita una versione rimasterizzata di Viaggio senza vento con materiale inedito.


Formazione finale:

  • Omar Pedrini (voce, chitarra)

  • Diego Galeri (batteria)

  • Enrico Ghedi (tastiere, voce)

  • Carlo Alberto "Illorca" Pellegrini (basso, voce)

  • Pippo Ummarino (percussioni)

  • Sasha Torrisi (voce, chitarra)


LE MIGLIORI 10 CANZONI DEI TIMORIA


1 - STORIE PER SOPRAVVIVERE

È proprio morta questa città

mentre ti accorgi che sono le tre

e tra un po' si lavorerà

per tutto il giorno pensando che

sabato sera tu rivedrai lei

quella che non conosci ma

la vita prima o poi

diventa ciò che vuoi

Un brano che racchiude il senso di resistenza e sopravvivenza quotidiana. Parla di come le persone inventino “storie” e illusioni per affrontare il dolore, le difficoltà, i disincanti. È intriso di malinconia, ma anche di una forza sotterranea che invita ad andare avanti.

2 - FORSE UN GIORNO

Come fiore al vento danza lei

ha un sorriso che non mente mai

guarderà il mattino verso est

aspettando un uomo che non c'è

Bianca sposa giovane età

ma il tuo inverno come sarà?

prendi il mio respiro se lo vuoi

forse un giorno tu lo scorderai

Un pezzo sospeso tra speranza e rimpianto. L’idea è che “forse un giorno” arriverà un cambiamento, un amore, una redenzione. Ha il tono di una ballata introspettiva, quasi un dialogo interiore, in bilico tra attesa e sogno. Un brano da dedicare a chi ha vissuto un amore tossico.

3 - SANGUE IMPAZZITO

Corro via

Ma non so se

Fuggire o rincorrere

Qualcosa forse chi

Sono qui

E dentro me

Sangue impazzito che

Mi spinge fino a voi

Correte di più

Sognando un futuro così

Vi guardo da qui

E penso che un tempo quel campo era mio

E mi chiedo perché

Un giorno ho detto addio

Un’esplosione di energia e inquietudine. Il “sangue impazzito” è simbolo di istinto, passione, rabbia, desiderio di ribellione. È una canzone viscerale, che mette in musica lo scontro tra ragione e impulsi primordiali.

4 - SENZA VENTO

Qualcosa di mio lo lascerò

in questo mio tempo

Saltando nel vuoto aspetterò

il nostro momento

Sono pronto

E libertà

Per volare senza vento

Sono pronto

E libertà

Per volare senza vento

Forse la più celebre: una ballata poetica, simbolica, quasi una favola. Racconta il viaggio interiore di un ragazzo guidato dal “vento”, che è metafora di libertà, destino e crescita. È un invito a non smarrire la propria direzione, anche nei momenti di smarrimento.

5 - IL GUERRIERO

Puoi trovare la voglia

Posso darti la forza

Un guerriero sa imparare ad amare il suo dolore

Puoi varcare la soglia se vuoi

Il guerriero è vivo ed è tornato

Con lo sguardo fiero e gli occhi lucidi

È tornato urlando al vento il suo canto per la gente

Oltre la paura oltre la solitudine

Sciogli in rabbia il tuo pianto

Una canzone epica, di lotta e resistenza. Il “guerriero” rappresenta chi combatte ogni giorno, non solo con le armi, ma con la forza di volontà e la dignità. Parla di coraggio, sacrificio e identità.


6 - IL GUARDIANO DI CANI

Primo non devi contraddirlo mai

Due non devi mai disubbidire

Terzo ricorda che ha sempre ragione

Quarto di te sarà sempre migliore

Quinto... vince lui

Il guardiano sa come si fa

È padrone della vostra vita

Compiacerlo fino a quando puoi

È un onore non tradirlo mai

Hey!

Occhio a quello che fai

Non ti devi ribellare

Un brano oscuro e suggestivo. La figura del “guardiano di cani” appare come un simbolo di controllo, paura, minaccia latente. La canzone è quasi visionaria, con atmosfere che oscillano tra il reale e il surreale.

7 - L'UOMO CHE RIDE

Ricordati di me

sono l'uomo che ride

tiepide lacrime le nasconde il mio viso

perdonami se puoi per averti amato

se un giorno tornerò sarà solo per te

Ricordati di me

quando volerai in alto

il resto è merda sai

E se qualcuno parlandoti di lui

e del suo eterno sorriso

tu non scordare che dentro di sé

c'era un forte uomo sai

Ispirata all’opera di Victor Hugo, questa canzone racconta il dramma di un uomo che sorride sempre, anche se dentro è devastato. È una metafora della maschera che indossiamo nella società, dove il dolore viene nascosto dietro un’apparente allegria.

8 - MERCANTE DI SOGNI

Tredici schiavi nel giardino del re

stanno cercando il fiore sacro per te

hai attraversato cento nuove città

tra poco il viaggio dolce meta sarà

Avrai una forza nuova, nuove realtà

avrai il Rifugio , il ponte, la Maschera

volando in alto due serpenti vedrai

che il bene e il male son la stessa realtà

Perdonare quello che sai

per la pace che ora non c'é

Qui i sogni diventano merce di scambio, venduti e comprati come se fossero oggetti. La canzone denuncia un mondo in cui anche le illusioni vengono manipolate, ma allo stesso tempo celebra la forza visionaria dell’immaginazione.

9 - MILANO NON È L'AMERICA

Un momento e i conti non tornano

Ma Milano non è l'America

Senza un grido i sogni piano muoiono

Prendi la vita e difendila

Senza pietà

Come la volpe impaurita

Incorre la sua

La sua

Libertà

Un ritratto urbano, crudo e disilluso. Contrappone l’immagine idealizzata dell’America al volto reale di Milano, con le sue contraddizioni e durezza. È un brano di denuncia sociale, ma anche un affresco della vita metropolitana negli anni ’90.

10 - SOLE SPENTO

Ci sono giorni in cui mi sveglio spento

E tutto sommato provo a starci dentro

Nella mia stanza aspetto il mio momento

Sono qui, aspetterò, io aspetterò

Quando la vita sembra un treno lento

Penso agli amici fuori e muoio dentro

La mia generazione senza vento

Sono qui, aspetterò, io aspetterò

Finché arriverà il mio momento

Stammi accanto

Col pensiero tu, tu stammi accanto

Sole spento

Io ti sento con me

Un brano fortemente evocativo: il “sole spento” è simbolo di speranza che svanisce, di disincanto. È una canzone malinconica, ma carica di poesia, che riflette sul buio interiore e sulla ricerca di luce.


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