La Namibia è uno dei paesi africani politicamente più stabili, prevalentemente desertico e per la maggior parte malaria-free. Un viaggio per chi vuole iniziare a scoprire l'Africa e perdersi tra i paesaggi migliori al mondo che si possano vedere.

Da ragazzo ho visto su un canale tematico che trattava di viaggi di questo paese africano, e quando passò l'immagine del deserto che toccava l'oceano, ricordo d'aver pensato: "Io prima o poi questa meraviglia voglio vederla".
Così sì, ci sono andato, e perso tra il deserto e l'Atlantico mi sono anche commosso. Perché avevo realizzato uno dei miei sogni che avevo da quando ero ragazzo. Per arrivarci avevo attraversato la Skeleton Coast, con un migliaio di navi incagliate nel tempo sulla costa per colpa di quella nebbia che si crea per il contrasto tra il caldo deserto e il gelido oceano, e non era stata l'unica sorpresa: in quella zona desertica avevamo visto otarie, orici, sciacalli, e anche una giraffa. La Namibia è una sorpresa dietro l'altra. E quando la jeep ci ha portato in mezzo al deserto del Namib, uno dei più antichi sulla Terra, ho sentito un silenzio che ognuno nella vita dovrebbe trovarsi ad ascoltare.

Ma il deserto del Namib non è tutto uguale: c'è una parte più vicina all'oceano con una sabbia più chiara per il vento che continua a muoverla e modificarla, e una parte con sabbia più scura, più interna, dove il sole è l'unico elemento presente, pronto a colorare qualsiasi cosa ci sia sul suo cammino. Ed è qui che si incontra Deadvlei (nella foto), un antico lago prosciugato con decine di alberi seccati ma rimasti lì, intatti. Quattro colori, un paesaggio unico al mondo, e la bellezza di correre giù dalle dune per raggiungere questo luogo magico.
La Namibia è prevalentemente desertica, ed è il secondo paese meno popoloso al mondo. Solo a Windhoek e Swakopmund (qui farete le mangiate di pesce tra le migliori della vostra vita) si trovano cittadine più strutturate, per il resto si possono passare anche sei o sette ore di auto senza incontrare un villaggio. Per incontrare popolazioni autoctone bisogna andare nel Damaraland con l'antichissima tribù Himba: un'esperienza assolutamente da non mancare.

E poi gli animali, il bush (la savana di questa zona dell'Africa), e l'immancabile safari all'interno dell'Etosha Park. Paesaggisticamente la cosa più interessante è certamente l'Etosha Pan: un a depressione salina di 5.000 m2, un enorme deserto di sale che riflette luce fino all'orizzonte. Faunisticamente, invece, leoni, ghepardi, iene, sciacalli, giraffe, zebre, elefanti, rinoceronti, facoceri, struzzi, antilopi e tanti altri piccoli animali vi faranno compagnia in momenti che vi resteranno per sempre nel cuore. E vi faranno pensare alla vita, quella vita che procede lenta, con i suoi ritmi continui e costanti, che vive senza che mano d'uomo la possa toccare.
Qui in Namibia ho ambientato il mio primo romanzo 'Il vento mi ha portato via', rapito da questi luoghi così pieni di silenzio, così pieni di colori, con i tramonti che entrano negli occhi e arrivano dritti al cuore. E le stelle di notte, con la Via Lattea intera da poter osservare da un'orizzonte all'altro. Lasciatevi trasportare dal vento, chiudete gli occhi e andate. Il resto lo farà un paese meraviglioso e indimenticabile come la Namibia.
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