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Immagine del redattoreIvana Ferriol

Pensavo fosse amore - di Ivana Ferriol

Aggiornamento: 28 gen

Questo articolo è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla


Ivana Ferrio, autrice del romanzo Petricore contro la violenza sulle donne

“Perché ti picchiava? Avrai fatto qualcosa di grave, l’hai tradito?”

“Se un uomo urla, la donna sta zitta, altrimenti è normale che le prenda”

“Ma è un bravo ragazzo, non ci credo neanche se lo vedo”

“Ma lui è solo troppo innamorato e non si arrende”


Silenzio, solo silenzio. Il dolore fa così rumore che, se non puoi o non vuoi aiutare, allora sta zitto. Perché parole sbagliate, troppe, feriscono più dei lividi, più di uno stupro.

Alcuni uomini, alcune persone fanno del male. Ma per quello che ho vissuto, fa più male non ricevere aiuto, vedere la gente girarsi dall’altra parte e non intervenire. Che perde tempo a farsi domande sul perché un uomo picchia o minaccia di morte una persona, senza pensare a salvarle davvero la vita. Sento alcune donne dire: “A me non capiterà mai, so farmi rispettare”. E invece non è così. Perché quando ci innamoriamo, abbassiamo le nostre barriere protettive e rischiamo di essere ferite proprio da chi è più vicino a noi. C’è anche da dire che nessuno va in giro con un’insegna lampeggiante con su scritto “ti ucciderò” “ti rovinerò la vita”... Sarebbe bello. Certo! Così, ci terremmo alla larga da certa gente. E invece no! Si tratta di persone subdole che sanno nascondersi dietro una maschera fatta di galanteria e romanticismo.

Ci sono cascata anche io. Ho fatto un errore, ho confuso le attenzioni con ossessioni. Lui si arrabbiava, a volte troppo, poi mi diceva “ti amo, scusa” e io lo perdonavo.


Pensavo fosse amore


Sì, perché mi hanno insegnato a perdonare, a non fermarmi alle reazioni di una persona ma cercare la causa che si nasconde dietro a un errore, comprendere, giustificare. Perché, in fondo, siamo esseri umani e ognuno di noi reagisce in modo diverso. E, perché no? A volte anche male.


Ma forse c’è un limite, c’è sempre per tutto.


Siamo così attenti a capire gli altri, così predisposti a fare del bene che ci dimentichiamo di noi stessi. Ci lasciamo calpestare. Dovremmo ricordarci che ognuno di noi è un dono, un miracolo e abbiamo in diritto di proteggere la nostra pelle dalle ferite ma soprattutto la nostra anima perché da lì i lividi non vanno più via.

Non dimentichiamoci mai che le mani sono fatte per accarezzare e la bocca per dire parole gentili.

Non dimentichiamoci che si entra nella vita delle persone in punta di piedi.


Ma anche dopo bisogna restarci.


Non dimentichiamoci che le persone non si cambiano: una relazione non va mai forzata. Perché tutto ciò che è innaturale, diventa sopportazione e poi frustrazione. La verità è che speriamo che quella persona cambi, prima o poi. Ma non è così.

Ricordo la frase di padre Maurizio Patriciello, un uomo coraggioso che lotta ogni giorno per cambiare una realtà difficile come quella del Parco Verde di Caivano.


“Se sposi un limone, non ti aspettare una spremuta di arance”


Eh no, non te l’aspettare.


Il 24 Agosto 2023 è una data speciale, è stato pubblicato Petricore il mio quinto libro e il mio primo romanzo. Ho due bambini e posso dire che l’emozione di quando si pubblica un libro è paragonabile a quello di diventare mamma. Ti senti piccola, mai all’altezza e sapere che qualcuno ha creduto in te, ti fa sentire grata, tanto. Ma Petricore non è come gli altri libri che ho pubblicato: in quelle pagine ci sono le mie ferite. Qualcuna, ogni tanto sanguina ancora. Ci ho lavorato di notte. Ho scavato nella profondità della mia anima per trovare quel dolore e poi trasformarlo in parole, frasi comunicabili e comprensibili per tutti anche per i più scettici, quelli che quando una donna chiede aiuto, si girano dall’altra parte, perché non capiscono che la manipolazione mentale è il più forte dei tutti i poteri e ti fa sentire in colpa anche della violenza subita. Ce l’ho messa tutta, perché volevo che le donne non si sentissero più giudicate, sole, abbandonate a se stesse, come mi sono sentita io tante volte.


Ivana Ferriol, autrice del libro contro la violenza sulle donne dal titolo Petricore

Un libro sulla violenza e sulla rinascita


Ecco, quando ho scritto la parola fine a Petricore, a pagina 264 ho messo un punto anche a un percorso di dolore interiore a cui non riuscivo a dare un senso. E vi assicuro che il senso non l’ho trovato. Ho solo capito che dovevo smettere di cercarlo. Perché, come diceva Hannah Arendt, il male è banale. E non c’è una ragione. È una constatazione spaventosa che fa rabbrividire. Perché ci fa capire quanto sia facile ferire e uccidere.

Eppure noi continuiamo a cercare cause, capri espiatori a qualcosa che non capiamo. Qualcuno ancora cerca di strumentalizzare i femminicidi. E anche questo fa male.

Ricordo che inizialmente ero così delusa dall’amore, che mi ero convinta che tutti gli uomini fossero violenti. Ero convinta che prima o poi, tutti avrebbero mostrato la loro parte più oscura, certi ormai di avere la partner in pugno.

Poi però ho capito che la vita è fatta di momenti presenti e il nostro presente non merita di non essere vissuto a causa dei muri innalzati dalle nostre paure.

Ho capito che avevo già perso 3 anni della mia vita in un modo terribile, non potevo sprecare più nemmeno un minuto a piangermi addosso. Perché è nei momenti più bui che la nostra luce deve risplendere con più forza. E devo dirvi che l’ho fatto. Ho collezionato momenti felici, ho dipinto, ho riso, ho commesso errori senza la paura dei giudizi. Perché abbiamo tutte il diritto di essere imperfette e di esserlo senza la paura di essere colpite!

Poi ho capito anche un’altra cosa: una vita non merita di essere vissuta senza credere nell’amore. Puoi credere in Dio, in Buddha, in Allah... Sono tutte forme diverse, plasmate dalle culture locali della stessa fonte di amore universale generatrice di vita. Ed è in quella voglio credere e sono certa che qualcuno sia ancora capace di accogliere dentro di sé quel tipo di amore pulito e puro. Dobbiamo crederci anche se vogliono disincantarci e convincerci che l’umanità sia violenta. Ormai dovrebbe esserci chiaro che le brutte notizie fanno più rumore. Ma vi assicuro che esiste anche il bene, quello vero. Ce n’è tanto in giro. Quindi,


Vi svelo un segreto:

esiste per tutti la possibilità di rinascere.


L’ho imparato sulla mia pelle. Ora so di certo che ogni volta che attraverso un periodo buio nella mia vita, in realtà il sole non smette mai di illuminarmi, sono io che non riesco a vederlo e, allora, bisogna aspettare un po’ e trovare il coraggio per fare un salto nel buio. Perché è lì che troverai la tua salvezza. E guardandoti indietro capirai che non era altro che un’ombra generata da una forte luce che non aspettava altro di avvolgerti per rinascere in una nuova vita felice.


Ivana Ferriol


All'interno del romanzo Petricore contro la violenza sulle donne si può trovare anche la meravigliosa poesia di Ivana Ferriol dal titolo 'Dedica alle donne', vincitrice del Buk Festival di Modena 2023, che potete recuperare in questo breve video:



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Se vuoi scoprire di più su Petricore e altri libri della scrittrice Ivana Ferriol, clicca QUI 

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