Il pensiero del mese di luglio, a cura di Elisa Citrino
Tutti nell’ultimo periodo stanno parlando del successo di INSIDE OUT 2, nuovo film della Pixar che ha sbancato al botteghino italiano superando il tanto chiacchierato film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”.
Ma di cosa parla esattamente questo film? Per chi non lo sapesse è un viaggio nelle emozioni della ormai adolescente protagonista Riley che deve affrontare nuove, appunto, emozioni (che si andranno ad aggiungere a quelle conosciute nel primo capitolo) che le permetteranno di creare e scoprire quello che sarà il suo “senso di sé”. La particolarità di questo film sta proprio nella personificazione di queste emozioni: Gioia, Rabbia, Disgusto, Paura, Tristezza e tutti gli altri hanno volti e colori differenti così da permettere alle giovani menti (e non) di guardare concretamente quelle che fino ad oggi erano solo sensazioni che, improvvisamente e progressivamente, crescono e ci accompagnano ogni giorno della nostra vita.
Sapete, io sono una grande sostenitrice delle emozioni. Credo che la nostra intera esistenza ruoti intorno ad esse. E la cosa che più in assoluto apprezzo è che ognuna di loro, positiva o negativa, è democratica. Si, perché a loro non interessa chi sei o da dove vieni. Per le emozioni noi siamo tutti uguali. E trovo confortante che, in un certo senso, la paura che provo io la provi anche un’altra persona dall’altra parte del mondo. Le emozioni ci rendono tutti davvero uguali.
Ma perché vi dico questo? Perché INSIDE OUT è riuscito a toccare perfettamente il tema dell’importanza delle emozioni dando un’immagine chiara di quello che accade nella nostra mente quando ci sentiamo felici, tristi, arrabbiati ma soprattutto quanto queste diverse emozioni siano tutte essenziali per la nostra crescita personale (non c’è gioia senza tristezza).
Mi piacerebbe tuttavia rivolgere un pensiero particolare ad una di queste emozioni, quella più calunniata, detestata e temuta: Ansia.
L’ansia è una delle condizioni più diffuse al mondo, tutti almeno una volta nella vita abbiamo passato del tempo con lei. Tuttavia questa società ha paura di provare qualcosa che va al di là del suo controllo. Come faccio a combattere qualcosa che non posso vedere? Qualcosa che è soltanto nella mia testa? Quante persone sono ormai ridotte a gusci svuotati e dipendenti da gocce di paroxetina che precipitano sotto la lingua e inibiscono la mente, inibiscono il cuore.
Io stessa ho un rapporto di lunga data con l’ansia, ho affrontato periodi molto difficili dove gli attacchi di panico erano all’ordine del giorno. Mi sentivo disorientata. Sentivo accrescere prepotente questa ondata di calore che dal centro del petto scivolava come lava fino ai confini del mio essere facendomi perdere alle volte quasi del tutto il senso della realtà.
L’attacco di panico che nel film la protagonista Riley prova è un piccolo capolavoro che mi ha commosso profondamente perché finalmente ci si rende visivamente conto del filo aggrovigliato che esplode nella mente di una persona in quel momento.
Ci si sente sbagliati, senza speranza, difettosi come un orologio con un ingranaggio rotto…lo so bene. A me condizionava a tal punto da non permettermi nemmeno di vivere bene le cose migliori della vita come un pranzo con gli amici o una serata al cinema. Arrivava dal nulla e senza preavviso, esplodeva in pianti senza controllo, formicolio alle mani, tachicardia frenetica. Mi toglieva la fame, il sonno, il sorriso. Mi stava letteralmente distruggendo.
Come ho fatto a liberarmi di Ansia?
Spoiler…non l’ho fatto. Ansia è ancora con me, e probabilmente ci rimarrà per sempre. Ho solo imparato, grazie anche a un percorso di psicoterapia, a conviverci e ad accettarla nella mia vita. E quando prepotente cerca di prendere il sopravvento, le parlo. So che sembra folle ma darle un volto, un nome mi ha aiutata tantissimo ad affrontarla e in qualche modo ad accettare la sua esistenza nella mia vita senza permetterle di condizionarla.
Quello che mi sento di consigliarvi è : accogliete tutte queste emozioni perché in fondo nessuna di esse definisce chi siamo, ma tutte insieme ci aiutano a costruire il senso di noi stessi.
Elisa Citrino
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