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La versione migliore di noi stessi - di Alessio Signoriello

Immagine del redattore: Rudy PesentiRudy Pesenti

Aggiornamento: 18 dic 2024

Il pensiero del mese di giugno, a cura dello scrittore Alessio Signoriello

Pain e Itachi

Quanti di noi sono cresciuti guardando cartoni animati da piccoli? Penso quasi tutti.

Vi siete mai chiesti perché raggiunta una certa età avete continuato a guardarli nonostante vengano spesso definiti “per bambini”?



Mi sono trovato a rifletterci spesso sull’attrattiva che spinge molti di noi a perseguire in quest’attività definita infantile e nella grande maggioranza dei casi credo che si possa imputare ad una sorta di ammirazione che proviamo verso i protagonisti di queste storie.

Solitamente incarnano gli ideali di rettitudine e onore che oggigiorno è difficile riscontrare in persone reali, forse per questo ci affascinano e seguiamo le loro avventure cercando di trarre ispirazione da essi.


Aspiriamo forse noi stessi ad incarnare quegli alti valori che nella società moderna si sono persi, sostituiti dalla furbizia e dal pensare solo al tornaconto personale. Ci sono eccezioni, ma la maggioranza di noi è concentrata sulla propria vita, frenetica e priva di momenti in cui fermarsi a riflettere se ciò che stiamo facendo sia giusto o sbagliato, eticamente parlando.

Eppure rimaniamo affascinati da questi personaggi che imperterriti e a discapito della propria felicità fanno sempre la scelta giusta che porta del bene ad altri.


Di recente però, raggiunta una certa età, c’è stata un’inversione di tendenza in contrapposizione a questa corrente di pensiero, infatti l’ammirazione di altrettante persone ha cominciato a rivolgersi verso gli antagonisti, coloro che bramano il potere o più semplicemente inseguono i loro desideri.

Ovviamente non sono le uniche due motivazioni che rendono tale un “cattivo” delle storie, ma sarebbero molteplici da elencare tutte, però la domanda che mi sorge è: quando abbiamo iniziato a tifare per il lato malvagio e perché?

Il mondo è bello perché vario e non sono nessuno per giudicare i gusti personali, ma a mia volta mi è capitato di provare empatia per personaggi di carattere “distruttivo” e che bramano il caos o che vogliono far provare anche ad altri la loro stessa sofferenza.

Pure qui mi sono posto delle domande e la risposta era tanto ovvia che mi ha fatto sorridere; infatti questi personaggi negativi rispecchiano il carattere umano più di quanto lo facciano i “buoni” delle storie.


Basti pensare a Light di Death Note, che voleva ripulire il mondo dai criminali elevandosi a giudice, giuria e boia di questi malcapitati. Oppure a Nagato (Pain) di Naruto, il quale bramava così tanto la pace da immolarsi a distruttore per portare un’era in cui nessuno avrebbe più sofferto; ma della stessa opera vorrei citare anche Itachi Uchiha, che ha rinunciato alla sua vita, alla sua famiglia e al suo futuro per salvare suo fratello e il suo villaggio, passando per un reietto e traditore agli occhi di tutti anziché per l’eroe nell’ombra che era realmente.


L’attrattiva che questi e molti altri “antagonisti” suscitano nella massa e le sempre più opere che connettono il mondo della fantasia a quello reale è un chiaro indizio di come l’ideale di ognuno di noi stia mutando.

Per molti l’eroe senza macchia e senza paura è diventato così utopistico che risulta impossibile da prendere ad esempio oggigiorno, facendo ricadere la scelta su personaggi che hanno più similitudini con gli atteggiamenti che la vita caotica moderna ci porta ad avere.


Se prima esisteva il bianco ed il nero, ora abbiamo molte sfaccettature di grigio nel mezzo e qualcuno che persegue un fine giusto ricorrendo a metodi discutibili è più credibile e accettato.

Questa non è una critica ma una presa di consapevolezza che come nella vita si scende a compromessi, così si sta iniziando a fare anche con gli ideali. Solo perché sono difficili da realizzare, non è detto che non siano perseguibili.

eroe himmel

Ogni tanto, però, leggo notizie come quella di qualche tempo fa, dove un ragazzo ha aiutato a disarmare una persona armata di coltello a Taiwan con la motivazione che sarebbe stato quello che avrebbe fatto l’eroe Himmel (dall’opera Frieren – Oltre la fine del viaggio).


Questo è ciò che più mi fa sperare che tali ideali non siano del tutto irraggiungibili e astratti, tantomeno che ognuno di noi vi abbia rinunciato, ma che anzi basti un piccolo gesto, un attimo di coraggio, per ricordarci che noi possiamo sempre aspirare ad essere la migliore versione di noi stessi.


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Scrittore, viaggiatore, sognatore. 

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