https://www.ilrespirodellestelle.com/
top of page

Le frasi più belle tratte dai film di Luciano Ligabue: citazioni tra Radiofreccia, Da Zero a Dieci e Made in Italy

I film di Luciano Ligabue hanno lasciato un segno profondo nel cinema italiano contemporaneo, grazie a storie autentiche e a frasi capaci di raccontare emozioni universali. Le frasi più belle dei film di Ligabue parlano di amicizia, provincia, sogni, fallimenti e voglia di riscatto: parole semplici che diventano specchi in cui è facile riconoscersi.

In questo articolo ripercorriamo le citazioni più significative dei tre film diretti da Ligabue — Radiofreccia, Da zero a dieci e Made in Italy — partendo dal contesto narrativo di ciascuna opera per capirne fino in fondo il significato.


frasi film ligabue

Radiofreccia (1998)

Radiofreccia è forse il film più iconico di Ligabue. Ambientato nella provincia emiliana degli anni ’70, racconta la storia di Freccia e del suo gruppo di amici, tra musica rock, radio libere e sogni che spesso si scontrano con la realtà.


Le frasi più celebri di Radiofreccia parlano di amicizia assoluta, di sentirsi fuori posto e del bisogno di trovare una propria voce. Sono citazioni che raccontano il disagio di chi non riesce ad adattarsi, ma anche la bellezza di legami sinceri che resistono al tempo.

Questo film è diventato un cult proprio grazie ai suoi dialoghi, capaci di trasformare la vita di provincia in un racconto universale, fatto di fragilità e desiderio di libertà.


Il film ha vinto numerosi premi, tra cui 3 David di Donatello (miglior regista esordiente, miglior attore protagonista a Stefano Accorsi, miglior fonico di presa diretta) e 2 Nastri d'Argento, oltre a 4 Ciak d'oro. La radio Radiofreccia, che prende il nome dal film, è invece un'emittente musicale di RTL 102.5 che organizza contest e eventi.



CURIOSITÀ

  • L'emittente radiofonica, parte del gruppo RTL 102.5, si ispira al periodo delle radio libere e al film di Ligabue.


  • Il ruolo della figlia di Adolfo, il titolare del bar Laika, è interpretato da Teresa Guccini: è la figlia di Francesco Guccini che in questo film interpreta proprio Adolfo e che vediamo con lei nel fotogramma


  • l DJ che il gruppo di amici va a "spiare" al lavoro è Luciano Ligabue, come riportano sia Wiki che Imdb. Come sua è la voce del DJ della radio libera che si sente al bar


FRASI

“Sei sempre stato becco papà... Lo sapevano tutti, e secondo me lo sapevi anche te... Però io ti capisco, perché... sì insomma, io non ne so niente di Freud, non Freud... però la mamma fa proprio un gran sangue. Insomma, io lo capisco che per una come lei si può perdere la testa. Il problema però è che uno non può avere l'esclusiva su di una come lei. E te hai sempre chiuso gli occhi... "Tua mamma è come una gatta: si fa viva solo quando vuole lei, se ne frega se hai bisogno te", ma quante volte me l'hai detto?? Ti ricordi Carlo, quello del ferramenta? Beh la mamma ci fa quello che vuole, solo che intanto se l'è portato in casa sto coglione... Oh, io ti dico tutte queste cose perché vivi là, non dovreste più incazzarvi per niente... Io comunque spero che non t'annoi troppo... Saluti dal bar”.


“Buonanotte... qui è Radio Raptus... e io sono Benassi... Ivan. Forse lì c'è qualcuno che non dorme, be' comunque che ci siate oppure no, io c'ho una cosa da dire. Oggi ho avuto una discussione con un mio amico; lui... lui è uno di quelli bravi, bravi a credere a quello in cui gli dicono di credere. Lui dice che se uno non crede in certe cose non crede in niente. Be' non è vero... anch'io credo...Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qua, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. Credo che per credere, certi momenti ti serve molta energia. Ecco, allora vedete un po' di ricaricare le vostre scorte con questo”.

 

“Te sta' dentro che qua fuori è un brutto mondo”.

 

“Ascolta: ma ci riesci, per un giorno, non dico a non essere stronzo ma almeno a stare nella media?”.

 

“Oh, non ve lo ripeto più, eh: la vita non è perfetta; le vite nei film sono perfette! Belle o brutte, ma perfette. Nei film non ci sono tempi morti, mai! E voi ne sapete qualcosa di tempi morti, eh?”

 

“Invece le canzoni non ti tradiscono. Anche chi le fa può tradirti, ma le canzoni, le tue canzoni, quelle che per te hanno voluto dire qualcosa, le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle. Intatte. Non importa se cambierà chi le ha cantate. Se volete sapere la mia delle canzoni, delle vostre canzoni vi potete fidare”.

“Per la prima volta Freccia perse la testa per una. Si prese una botta grossa per una che anche se era di Carpi, abitava anni luce da lui, una gnocca da 9/9.5, come si dice, una di quelle gatte che si fanno vive solo quando vogliono loro. Forse fu anche questo il motivo della botta, e comunque fu una botta così grossa che per la seconda volta lo perdemmo di vista per un po'. Come si fa a raccontare di una storia d'amore con dentro Freccia? Lui non me lo perdonerebbe mai, e poi è difficile immaginarselo! Comunque la storia era vera, si dice che non c'è niente di peggio che perdere la testa per chi non la perde per te, si dice che fu una fiammata brevissima ma potente, così potente che Freccia e solo lui ci costruì sopra chissà che cosa. Si dice che non aveva capito che non si può avere l'esclusiva su una come lei. Si dice, hanno detto, se ne dicono... Lui non ci disse mai niente”.

 

Be'... Probabilmente quella volta più che chiedermi perché mi sono chiesto perché no?”

 

“Giochino? Guarda che quando ti infili le cuffie e alzi il fade del microfono e senti la tua voce, che è sempre la tua voce però è più... è più precisa. Senti che puoi dire quello che vuoi, però sai anche che quello che dici dev'essere il massimo... e ti accorgi che ogni volta cresci un po'...e quando non ce la fai più con le parole allora tà: Usi la musica... quella che TU hai scelto, quella che continua a parlare di te. Secondo me ci vorrebbe una radio così in ogni casa... ognuno a dire al resto del mondo la sua cosa...”

 

“Si dice che non c'è niente di peggio che perdere la testa per chi non la perde per te”.


Quelli come me, quelli come te li mandano affanculo!”


“Canna sfigata per Boris, canna da sfigato per Bruno, canna porta sfiga per te Freccia, canna da professionista pour moi, canna neutra per Iena”.


Ciccio, la radio è un hobby. Potevi essere maniaco di francobolli, di pesci gatto o di che cazzo ne so. Dai, avrai comunque le tue trecentomila al mese. Cambierai la 127 ogni tre anni, ti sposerai Ilaria, perché quelli come te sposano sempre quella che hanno conosciuto alle medie."



"Cosa vuol dire quelli come me?"

Vuol dire quelli come te. I figli: un maschio e una femmina, se ti va male due e due. A cinquant'anni la casetta tua con tutte le grate alle finestre perché abbiamo paura degli zingari, è chiaro. Guzzerai Ilaria una volta al mese e solo quando sarete ciucchi. E poi le paste la domenica mattina, i tortelli alla vigilia, qualche petardino a capodanno. Le barzellette al bar in dialetto e l'italiano davanti al capo. Novantesimo minuto vita natural durante, la 127 lavata il sabato per portare la famiglia fuori la domenica, una vita di straordinari per comprarti lo Zodiac per le gite sul Po, e tre o quattrocento hobby nuovi perché il tempo libero ti ammazza. Gran sballo. Quelli come te sono anche capaci di fare volontariato alla croce rossa”.

“Quelli come voi sono i prossimi Kingo, Virus, Bonanza...Tutta gente che ha deciso come stare al mondo. Quelli come te l'unica cosa che fanno al mondo è dire agli altri come dovrebbero starci”.


“No, io non credo niente."

"Hai ragione a non credere a niente. Non hai mai creduto in niente. Niente Dio. Politica, per carità: PCI, DC, bombe, non bombe, è lo stesso. E il bello è che non te ne frega davvero niente. Te ne stai qui, a fare lo sborone con queste due o tre cosine. Ma è facile cocco, così è molto facile”.


“È sabato notte e in questo momento molti di voi avranno di meglio da fare che stare ad ascoltare noi alla radio, molti avranno di peggio da fare, molti se la stanno spassando, sono sicuro, ma sono convinto che tanti di voi, che guarda caso avranno 18-20 anni, sono lì che non si lasciano stare neanche a quest'ora di sabato. Io non so com'era avere 18-20 anni negli anni 50 o 60... So cosa vuol dire per me e per tanti altri averli adesso. Questo 1977 è un gran casino; c'è un gran movimento in giro, non so dire se è bello o brutto; però è veloce. Ci sono le bombe, c'è il movimento studentesco, ci sono le radio libere, ci sono i genitori che sempre di più sono come tu giuri che non sarai mai, ci sono le utopie, le religioni, e ci sono appunto quelli che non si lasciano stare.

"Vuoi dire che tocca a me?" 

"Secondo me sì... Ci sono i buchi e in mezzo a tutto questo c'è il nostro bisogno di saperne di più! Stiamo viaggiando senza cartina o con una cartina illeggibile... Be' secondo me è arrivato il momento che questa cartina ce la facciamo noi! E una volta fatta la facciamo circolare!”.

Da zero a dieci (2002)

Con Da zero a dieci, Ligabue cambia registro e firma un film più leggero, ma non meno profondo. La storia segue due amici in viaggio verso un concerto, trasformando il tragitto in un vero percorso di crescita personale.


Le frasi più belle di Da zero a dieci parlano di scelte, di cambiamento e del coraggio di rimettersi in gioco. Sono citazioni che invitano a non restare fermi, a rischiare, a uscire dalla comfort zone anche quando la vita sembra già scritta.


È un film che usa il viaggio come metafora della vita, e le sue frasi restano impresse perché raccontano quel momento preciso in cui si decide se restare o partire.



CURIOSITÀ

Il secondo film di Luciano Ligabue, Da zero a dieci (2002), presenta un collegamento con Radiofreccia: nell’incipit si scopre che Giove è il fratello minore di Freccia, protagonista del primo film. La storia segue quattro amici quasi quarantenni — Baygon, Libero, Biccio e Giove — che vivono a Correggio e conducono una vita tranquilla. Nell’estate del 2000 decidono di trascorrere un fine settimana a Rimini per ricordare l’amico Mirco, morto vent’anni prima nell’attentato alla stazione di Bologna. Il viaggio, organizzato nei minimi dettagli da Libero, nasce dal desiderio di rivivere emozioni e sentimenti del passato.

Nel film Radiofreccia, però, non viene mai menzionato un fratello di Freccia: l’esistenza di Giove è raccontata nel racconto Il girotondo di Freccia, contenuto nel libro di Ligabue Fuori e dentro il Borgo, dove il personaggio si chiama Berto. Radiofreccia è infatti ispirato ai racconti pubblicati da Ligabue nel 1997, che narrano la storia di un gruppo di ragazzi e di una radio libera nata negli anni Settanta, con Freccia, un tossicodipendente riconoscibile da una voglia a forma di freccia sulla guancia.


FRASI

"Con i voti cominciano appena nasci, se vieni fuori con tutti i pezzi a posto,

se piangi abbastanza forte e se sei sopra i 4 kg ti puoi beccare persino un 10 altrimenti giù a scalare.

Se sei precoce, se sei uno di quelli che iniziano a camminare e chiamare mamma prima dei dieci mesi...

ti possono dare anche un 9-9 e mezzo... altrimenti anche li si scende. Inutile dire che appena cresci e vai all'asilo... beh... li si fa sul serio e i voti cominciano a fioccare. A scuola, ovviamente, devi fare i conti con l'esplosione, la compilation, il festival dei voti! Forse però il peggio deve ancora venire, perché poi ti aspettano per darti il voto per le ragazze con cui esci, per la macchina che hai, per la casa in cui vivi, per il lavoro che fai. Siamo qui per prendere e dare voti... Non c'è niente di male.... Se non c'è niente di male a smettere di fare ciò che vuoi per fare solo quello che ti fa avere buoni voti. Da zero a dieci ho un presente da... 6... meno... meno. Ho un appartamento di 85 metri quadri, cabina doccia con bagno turco, letto giapponese; ho un'ulcera e un esofagite da 8 e mezzo, anche il mio passato remoto è da 8 e mezzo, quello più recente, da 6. Ho avuto un fratello che qui in paese era un mito, se n'è andato qualche anno fa... si chiamava Ivan ma nessuno lo chiamava così. Da più di 20 anni ho 3 amici che se volete ve li regalo tutti, anzi, se li portate via ci metto anche un Motorola e il calendario con la Ferilli. Ho una moglie, Fabiana, una che ha mooooolta pazienza. Ho un furgone dell'82, ci vado a fare le serate di blues col mio gruppo (sempre più raramente). Ho una carta d'identità che ogni tanto consulto... beati voi se sapete sempre chi cazzo siete. Ho anche altra roba ma sta a vedere che adesso vi faccio il mio 740. Ho un futuro da 9 o da 4. Dipende da come mi alzo."


“Oscar Wilde ha detto che essere immaturi significa essere perfetti. Beh ragazzi... crescete voi che sembrate farcela... io mi tengo il mio bel 10!”


“Ma secondo te si è voltato qualcuno mentre passavamo o siamo passati e basta?"

"Oh, Ciccio: non è che siamo passati. Stiamo ancora passando!”


“A Rimini ogni giorno è il tuo compleanno.”


“Da più di vent’anni ho tre amici che, se volete, ve li regalo tutti.”


“Ci vuole più coraggio nell'affrontare la vita o nell'affrontare la morte.”


“Rimini è come il blues, dentro c'è tutto.”


“C'hanno promesso un grande futuro poi ce l'han tolto c'han detto 'scusate' e così sia."


"Ognuno dica la sua occupazione, stato civile e il voto che da la sua vita in questo momento.

Da zero a dieci."


"C'ho quasi quarant'anni e pago le tasse, chi è che mi rappresenta? Chi è che parla per me?

Chi è che mi sta anche solo a sentire? E poi si può sapere perché a Rimini il tramonto va sulle case, il tramonto va sul mare, Cazzo! Com'è? Com'è che ci rovesciate sempre tutto?"


Made in Italy (2018)

Made in Italy è il film più maturo e realistico di Ligabue. Ambientato in un’Italia segnata dalla crisi economica, racconta la storia di Riko, un operaio che si trova a fare i conti con il lavoro che manca, una famiglia in difficoltà e sogni messi da parte.


Le frasi più belle di Made in Italy sono dirette, amare, profondamente vere. Parlano di dignità, di fatica quotidiana e di identità, offrendo uno spaccato sincero della vita delle persone comuni.

In questo film le parole non cercano effetti speciali, ma colpiscono proprio per la loro semplicità, diventando frasi in cui molti spettatori si riconoscono.



CURIOSITÀ

·       Il film si ispira all'omonimo album del regista rocker, nel quale tutti i 14 brani sono legati al personaggio di Riko, definito da Ligabue un suo alter ego.


·       Il film si è aggiudicato 4 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento.


·       Le riprese, iniziate a giugno 2017, sono durate sette settimane. Tra le location vi è Correggio, città natale di Ligabue, Reggio Emilia, Novellara, San Martino in Rio, Scandiano, Taneto di Gattatico, Vigevano, Occhiobello e Roma.


FRASI

“Sono lì da, da una vita con una specie di preservativo in testa a insaccare carne di porco e mi dico "io son quello lì?"


“Non voglio che te lo fai andare bene! È un attimo farsi andare bene tutto!”


"M? Come matador? O come minchia tanta?"

"Non azzardarti a guardare nel mio telefonino"

"Era lì, era lui che guardava me..."

"Non farlo mai più!"


"Sara c'ha un altro"

"Anche te c'hai un'altra...da quant'è che dici che non ne puoi più di lei?! Si può sapere cosa vuoi?"

"Cosa voglio?"

"Ascolta...cambia città, lavoro, famiglia, ma soprattutto, per favore, cambia te, invece di aspettare il cambiamento"

 

“È nel gioco delle parti: ogni giorno ti incazzi e mandi giù, ti incazzi e ingoi. Ti comprimi, ti comprimi finché... o scoppi, oppure ti sfoghi con qualcuno.”

 

“Ho letto non so dove che nel giro di sette anni tute le nostre cellule muoiono per lasciare spazio ad altre nuove.”

 

“Siccome ho tempo per pensare l'altro giorno mi chiedevo: com'è allora che noi restiamo noi?

Di cosa è fatto quel pulviscolo che sopravvive alla fine delle nostre cellule?

Io sono fatto della mia famiglia. Sono fatto di te, di Max, di tutti gli altri.

Siamo fatti della nostra piccola città, dei suoi muri, delle storie che sappiamo di lei e degli altri come noi.

Siamo fatti di quell'aria lì.”


“Lo so che ti faccio ridere se ti dico che ho capito cos'è la nostalgia dell'emigrato, però è così. Ed è così forte che a volte penso che l'aria non la recinti.”

 

“Forse siamo fatti di bellezza in putrefazione, di bugie, di paura, di caos e di meraviglia.

Poi siamo fatti di colpi di coda... una lunga serie di colpi di coda.

Siamo fatti di disprezzo. E, sì, di amore.

Dici che ti sono diventato sentimentale?”

 

“P.S: L'altro giorno Pietro mi ha mandato una email con una citazione di Pavese, te la riporto. Dice:Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”

 

“In tutto questo tempo, non mi sono mai mossa di un millimetro: ho sempre saputo dove volevo essere, anche quando avevo la certezza delle tue scopate in giro. Ma tu mica avevi una pistola alla tempia?”

Perché le frasi dei film di Ligabue restano nel tempo

Le citazioni dei film di Ligabue funzionano perché nascono da storie autentiche. Non sono frasi costruite, ma pensieri che sembrano uscire dalla vita reale. Raccontano l’Italia, la provincia, le relazioni umane e il bisogno di sentirsi vivi, temi che attraversano generazioni diverse.


Che si tratti della rabbia di Radiofreccia, della leggerezza riflessiva di Da zero a dieci o del realismo di Made in Italy, ogni frase diventa un pezzo di verità che continua a parlare anche a distanza di anni.

CONCLUSIONE

Rileggere oggi le frasi più belle dei film di Luciano Ligabue significa tornare a storie che parlano ancora al presente. Sono parole che accompagnano, consolano e spesso aiutano a guardare la propria vita da una prospettiva diversa. Ed è proprio questo il motivo per cui i film di Ligabue continuano a essere citati, condivisi e amati.


Se vuoi altre informazioni, scrivimi a info@ilrespirodellestelle.com

Se vuoi scoprire di più su Petricore e altri libri della scrittrice Ivana Ferriol, clicca QUI




Commenti


bottom of page