https://www.ilrespirodellestelle.com/
top of page

Le migliori 10 canzoni italiane che parlano delle classi sociali

  • Immagine del redattore: Ivana Ferriol
    Ivana Ferriol
  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 2 giorni fa

Ci sono luoghi al mondo dove le classi sociali sono dichiarate ufficialmente e poi ci sono posti, come quelli in occidente, dove si ostenta uguaglianza e democrazia ma in forma latente le classi sociali esistono ancora. Ci sono porte che sembrano aprirsi solo per i “figli di” e sembra che lo Stato voglia solo arricchirsi con false promesse, senza mai dare reali risorse alla massa per ottenere nel concreto delle condizioni favorevoli alla propria crescita. Ecco le migliori dieci canzoni italiane sulla classi sociali che ironizzano e denunciano le differenze tra ricchi e poveri.

canzoni sociali

1 - ANCHE I RICCHI MUOIONO - LO STATO SOCIALE

Chi è pieno di soldi è pieno di sangue

Ha un vuoto dentro che riempie le tasche

Poi affonda nel fango di chi ha ancora di più

Di chi è ancora più ricco e talmente pieno di merda

Che esplode nello spazio blu, blu dipinto

Lo Stato Sociale non le manda mai a dire, questo brano senza mezze misure parla della gente che si riempie di soldi per colmare un vuoto che ha dentro, ma alla fine, anche se diventa ricca, continuerà a stare nel fango.


2 - IL BOMBAROLO - FABRIZIO DE ANDRÈ

Intellettuali d'oggi

idioti di domani

ridatemi il cervello

che basta alle mie mani,

profeti molto acrobati

della rivoluzione

oggi farò da me

senza lezione

La sesta traccia dell’album “storia di un impiegato”, Il bombarolo, parla di un trentenne che per vendicarsi della politica italiana, piazza una bomba davanti al Parlamento, ma prima di farla esplodere accusa tutte le categorie di persone che odia.


3 - GRAPPA E FOGLI DI GIORNALE - PICCOLA ORCHESTRA KARASCIÒ

Vecchio stronzo senza tempo, quanta vita porti dentro,

quante gocce di splendore sotto un volto da barbone. 

C’è chi vive in mezzo al lusso, ma non riesce a stare al pari;

tu sorridi ed hai soltanto grappa e fogli di giornale

La Piccola Orchestra Karasciò è un gruppo lombardo che ha scritto piccoli capolavori, poesie ricche di significati che meritavano molto più successo e visibilità a livello nazionale. Questo brano descrive un barbone che vive per strada e anche se non ha altro che fogli di giornale e una grappa, ma sorride ed è felice, al contrario di chi ha tutto ed è sempre insoddisfatto.

4 - TUTTI VOGLIONO VIAGGIARE IN PRIMA - LIGABUE

Tutti vogliono viaggiare in prima

L'hostess che c'ha tutto quel che vuoi

Tutti quanti con il drink in mano

E sotto come va?

Fuori come va?

La canzone denuncia con ironia il comportamento delle persone che, concentrate nel tentativo di 'viaggiare' nel modo più comodo possibile, pensano di aver trovato la soluzione ai propri problemi in un drink e si dimenticano di quelli che non hanno né possibilità né risorse per 'vivere' allo stesso modo. È davvero sufficiente un cocktail e un posto comodo per ignorare una guerra e una fetta di mondo che vive nell’ingiustizia?


5 - INCIDENTE AL VOMERO - FEDERICO SALVATORE

Che cazzo, che sfaccimma ma tu che mi vuoi dire?

Chesta è na Station wagon costa ottanta milioni

E mo sient' a papa' che mi rompe i coglioni

Ma io vi sto dicendo che se mi date retta

Che cazzo vuoi parlare non vedi che c'ho fretta?

Dobbiamo andare a Capri ' mo perdo l'aliscafo

Pe' colpa e st'imbecille cu chesta faccia e gufo

Canzone in napoletano di Federico Salvatore che mette a paragone un cittadino del Vomero (zona ricca di Napoli) e uno della parte bassa della città, più povera. I due fanno un incidente e inizia un battibecco tragicomico tra i due che tira fuori l’arroganza di un uomo ricco, che si preoccupa di cose frivole, in contrasto con l’altro personaggio che ha problemi ben più seri dei suoi.


6 - VIA DELLA POVERTÀ - FABRIZIO DE ANDRÈ

Questa gente di cui mi vai parlando

È gente come tutti noi

Non mi sembra che siano mostri

Non mi sembra che siano eroi

E non mandarmi ancora tue notizie

Nessuno ti risponderà

Se insisti a spedirmi le tue lettere

Da Via della povertà

De Andrè descrive vari personaggi in una ballata surreale: persone che si ritrovano insieme in modo illogico, come Einstein o Cenerentola. La sintesi è che tutti hanno lo stesso destino comune, per concludere con “non mandarmi ancora tue notizie, nessuno ti risponderà”. Meglio rivolgere il pensiero a soggetti anonimi, effimeri, antieroi, di cui nessuno parla.



7 - HO VISTO UN RE - ENZO JANNACCI

E sempre allegri bisogna stare

Che il nostro piangere fa male al re

Fa male al ricco e al cardinale

Diventan tristi se noi piangiam

E sempre allegri bisogna stare

Che il nostro piangere fa male al re

Fa male al ricco e al cardinale

Diventan tristi se noi piangiam

"Ho visto un re" è una delle canzoni più famose scritte da Dario Fo, tratta dallo spettacolo Ci ragiono e canto. La canzone costituisce un'ironica presa di posizione nei confronti dei potenti, i cui interessi vanno sempre a scapito della gente comune. il brano è divenuto molto celebre dopo essere stato cantato da Enzo Jannacci con la coppia Cochi e Renato.


8 - SALUTEREMO IL SIGNOR PADRONE - FRANCESCO DE GREGORI

Saluteremo il signor padrone

Per il male che ci ha fatto

Che ci ha sempre maltrattato

Fino all'ultimo momen'

Saluteremo il signor padrone

Per la sua risera neta

Pochi soldi in la casseta

Ed i debiti a pagar

Un brano in cui le protagoniste sono le mondine. Il loro lavoro era massacrante: lontane da casa, sottoposte a turni disumani. Il “cappellone” in cui si parla nei versi finali è probabilmente il largo cappello di paglia che le mondine usavano per proteggersi dal sole e che può finalmente essere abbandonato al momento di tornare a casa. Una canzone per denunciare il lavoro precario che continua a essere un grave fardello del nostro Paese.


9 - IL SOCIALE E L'ANTISOCIALE - FRANCESCO GUCCINI

La gente "bene" è la mia vera patria

La gente "bene" è il mio unico Dio

L'unica cosa che ho sempre sognata

La sola cosa che voglio io

È solo essere un bene sempre ed ora

E tutto il resto vada alla malora

Due canzoni in una in cui Guccini fa un autoritratto all’insegna dell’indolenza nei confronti di una società in cui regna l’apparenza “In un’isola deserta voglio andare ad abitare e nessuno mi potrà più disturbare”.

Al contrario, il sociale è colui che invece ama la gente per bene, i cocktail, i vestiti di lusso e “fare bella figura in società” e politicamente va dove porta il vento: “alle volte sono comunista, ma non mi sono sempre interessato” .


10 - CONTESSA - PIETRANGELI

Che roba, contessa, all'industria di Aldo

Han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti

Volevano avere i salari aumentati

Gridavano, pensi, di esser sfruttati

E quando è arrivata la polizia

Quei quattro straccioni han gridato più forte

Di sangue han sporcato il cortile e le porte

Chissà quanto tempo ci vorrà per pulire

Contessa è una canzone a sfondo politico di Paolo Pietrangeli, diventata un inno del '68 in Italia. Pietrangeli l'ha scritta ispirandosi a una conversazione "intercettata" in un bar di Roma. Fu una canzone molto ascoltata nelle radio libere e tra i movimenti di sinistra.



Se vuoi altre informazioni, scrivimi a info@ilrespirodellestelle.com

Se vuoi scoprire di più su Petricore e altri libri della scrittrice Ivana Ferriol, clicca QUI 





Comments


Immagine WhatsApp 2024-03-01 ore 15.35.27_b399c776.jpg
  • Facebook
  • Instagram
  • Youtube
  • Amazon

Il tuo supporto

è importante

❣️​

Dona con PayPal
Alpi bresciane

Su di me

Scrittore, viaggiatore, sognatore. 

Entra nel mio mondo, ascolta con me il respiro delle stelle, e scopri perché credo nel fatto che in fondo, in ogni istante, è tutto perfetto.

 

Read More

 

Iscriviti alla newsletter!

Grazie mille!

  • Facebook
  • Instagram
  • Youtube

© 2023 by Going Places. Proudly created with Wix.com

bottom of page